“Dottor Monti, ma lei cosa ci fa al governo?”

Intervista di Malcom Pagani a Paolo Cirino Pomicino ” Il Foglio” 27-08-2012

Pomicino: ” La politica è morta. L’economia l’hanno uccisa i tecnici. In giro ci sono solo massoni”. Cattiverio democristiano.

Mi chiamano un ufficiale della Polizia giudiziaria di Potenza. Pensavo mi volessero convocare in Procura. Invece, si dirigono altrove: “Buongiorno Pomicino, tutto bene con la sua macchina?”. “L’ho venduta, ma se vi piace tanto, posso darvi il numero del concessionario”. Lo sento  liberato. Candido, mi fa: “Ecco perché! Non so come spiegarle, ma le avevamo messo una cimice nell’auto e da 2 settimane sentivamo soltanto voci diverse dalla sua”. Pausa. “Non è uno scherzo”. Dopo 5 legislature, tre infarti, un trapianto cardiaco e decine di processi “Sia preciso, i procedimenti sono 42. Io sono la prova vivente della terzietà della magistratura. Ne ho affrontati 41. Molte assoluzioni, qualche prescrizione”, Paolo Cirino Pomicino, pseudonimo da apache, ridisegna la frontiera. La Cassazione nega che nel ’92 la vecchia Dc si fosse davvero sciolta? Geronimo scruta neo entusiasmi da miraggio e intrattiene con chi ne ospita temporaneamente il pensiero, Pierferdinando Casini, rapporti al grado zero: «Dissi che non lo vedevo alla guida di un partito a due cifre e avevo ragione. Ha visto le sue dichiarazioni? Sempre uguali, senza progetto o cultura di riferimento: “Viva Monti” “non disturbate il manovratore”. La verità è che messe in soffitta le grandi culture politiche europee, sono nati partiti padronali utili ad attivare la selezione cortigiana della classe dirigente. L’assassinio della politica. Il contagio del cerchio magico si è esteso ovunque. Favori, assegni, prebende, assunzioni, sesso. Chi privilegia quello maschile, chi quello femminile. Non fa differenza. A Montecitorio devono chiedere il permesso anche per pensare e senza discussione, la selezione degli uomini migliori scompare. Come per magia».

 

Colpa di Berlusconi?

Si lamentava del teatrino. Io gli rispondevo: “Silvio, tu sei il capocomico”.  Del cerchio magico è il padre.

Raggi della ruota?

Verdini. Mi mostrò la lista per le europee del 2008. Oceani di ragazze senza arte né parte. Protestai: “Siete pazzi, non toccheranno palla”. Lui scrollò le spalle. La sera stessa, Veronica Lario parlò con Repubblica. Rimase solo Barbara Matera.

 

Poi?

 

La signora Garnero, a pieno titolo.

 

Daniela Santanché?

La signora Garnero, le dicevo, che mi evita e a cui non so esattamente cosa sia capitato e poi Ghedini, l’unico deputato di cui Berlusconi abbia avuto veramente bisogno.

 

Le sembra normale?

L’elezione diretta del suo avvocato o di chi frequenta la sera è il manifesto del valore che Silvio Berlusconi attribuisce alle assemblee sovrane della Camere.

Ragioni della caduta di Berlusconi?

Fino a quando lo ha sorretto il carisma del leader, ha compiuto esperimenti arditi. Postfascisti e liberali allo stesso tavolo. Tremaglia e Colletti. Poi il leaderismo si è consunto ed è rimasto il vuoto.

Colletti durò poco.

Lo impacchettarono rapidamente, insieme a Biondi, ad Antonio Martino e a tanti altri. Se non c’è profondità di pensiero, accade. Fanfani e Andreotti non si sopportavano, ma avevano un patrimonio culturale e politico comune.

 

Con Berlusconi ogni tanto parla?

Scrivevo anche a lui, mi telefonava: “Sono stanco, Paolo”. Da anni solo silenzio. Mi vedono come un eretico. Se mi ricandido impallidiscono.

 

Accadrà?

 

Lo escludo. Trionfa il conformismo.

 

Vuole rifare la Dc?

 

Ho visto che ai primi di ottobre saranno convocati gli iscritti del ’92 per decidere se sciogliere la Dc o andare avanti. A quell’assise parteciperò anch’io. Perché? È la mia storia.

Lascia l’Udc?

Non lascio niente, mi guardo intorno. Con la consueta libertà di pensiero. Farebbe bene a farlo anche Casini.

 

Torniamo a Berlusconi. Descrizione sommaria?

Miscuglio di goliardia, volontà e mito di Dorian Gray. L’inseguimento dell’eterna giovinezza è demoniaco. Poi scusi,  bisogna ricorrere a Tarantini per incontrare una bella fanciulla?

 

Non va bene?

Se per rilassarti hai bisogno di incontri bisettimanali con 18 ragazze al di sotto dei 25 anni, un problema ce l’hai. Fastidi che chi governa, se non vuole esporsi a ricatti, cassetti compromettenti o veline non si può permettere.

 

La sua storica compagna, Lucia Marotta, è molto più giovane di lei. Non le pare strano fare la morale?

Siamo insieme da 12 anni.  Rapporto ormai consolidato e, direi, definitivo. (Lucia, presente, non si distrae: «Ero fidanzata con il calciatore Odoacre Chierico, poi mi decisi per Paolo. Odoacre aveva il cervello, Paolo il fisico».

 Ha rancori?

Nessuno. Descrivo le piccole piccole cattiverie quotidiane da irriducibile democristiano, ma non ho alcun risentimento. Chieda a Di Pietro. Una volta me lo rimproverò. «Vuoi bene a tutti, tu». «Antonio, è questa la chiave della felicità».

Le manca il potere?

Solo l’aula di Montecitorio. I corridoi lunghi, in cui incontrare avversari e compagni di partito. Un luogo di confronto. A volte me lo sogno.

E cosa sogna?

I 10 anni in cui da indagato, per rispetto, non ne varcai mai la soglia. Feci una sola eccezione per i funerali di Nilde Jotti. In punto di morte, mi scrisse parole bellissime. Oltre ai sogni, si affacciano gli incubi.

Il più ricorrente?

 Il governo Monti. Un signore che non sa esattamente cosa serva al Paese in questa drammatica stagione. Monti è cambiato. Lo ebbi come collaboratore per tre anni. Ora è cosa diversa. Il più autorevole rappresentante delle consorterie finanziarie di stampo internazionale.

 

Cosa gli imputa?

Di essersi fatto nominare Senatore a Vita. Non premio al lavoro svolto, ma assicurazione a prescindere. Prodi e Ciampi evitarono. Monti non ha recuperato credibilità come premier, ma da Presidente della Trilateral europea. Da membro del gruppo Bilderberg. Riesuma malamente una mia vecchia idea. La vendita dei beni pubblici, affrontandola con approssimazione ed omissione. Prende tempo per innestare la crescita pur consapevole che l’Italia non ne ha molto. L’unica soluzione per il futuro è quella di un’offensiva di persuasione, un patto con l’imprenditoria.

Una patrimoniale?

 

No. Un’intesa con il mondo economico e finanziario per abbattere una parte del debito pubblico. Un tavolo da aprire con quel mondo che, come hanno detto voci autorevoli, sa che difendendo il Paese difende anche se stesso.

Altrimenti?

Non rimarrà nulla.

 

Ancora Monti. La nomina a Senatore è grave?

Sconvolgente. Monti dovrebbe ricordarsi che David Rockefeller pregò più volte Andreotti: “Giulio, entra nella Trilateral”.

E Andreotti?

 Rifiutò. Chi fa politica non può confondere gli ambiti. A Bruxelles i deputati europei gli avrebbero chiesto conto della stranezza: “Dottor Monti, lei cosa fa esattamente? Quali sono i suoi rapporti con la Goldman Sachs, quali quelli del presidente della Bce?” A Roma tacciono pavidi, non sussurrano neanche il dubbio.

Vede massoni in giro?

Facciamo prima a dire chi non indossa cappucci.

Monti è massone?

Presumo di sì.

Berlusconi?

Lei che dice?

Luigi Bisignani?

Evidentemente. Grande lobbista. Era amico di Andreotti, Gigi, e per proprietà transitiva, da subito, anche mio. All’epoca, con tutto il rispetto, contava come il 4 di coppe.

Oggi?

Infinitamente di più.

Quanto di più?

L’orizzonte è indistinto, non riesco a vedere.

Siete ancora amici?

Io sì, lui non so. Nel 2008, Letta, Previti e Bisignani, candidarono al mio posto il noto statista Alfonso Papa, ora in piena deriva mistica. Come vede, dal male nasce sempre il bene. Se non si ride delle follie del mondo come si sopravvive?

 

Monti si candiderà?

È già senatore a vita. A Berlusconi rimane la sola carta del padre nobile da giocarsi con Alfano e a sinistra non ne parliamo. I partiti non hanno molti presidenti del consiglio da offrire. Dico una cattiveria? La Dc ne aveva almeno 10. 

 

Ha visto la compravendita di deputati?

C’era un tariffario. Ma gli Scilipoti sono figli di un’illusione. Hanno cacciato i dissenzienti, silenziato le opinioni, eliminato il dibattito interno e adesso, contano le macerie. La Dc non allontanava nessuno. Sanzionava, multava e poi, a fari spenti recuperava. Bruciò solo Melloni, ma Fortebraccio, non so se mi spiego, aveva votato contro la Nato.

 

Libertà di pensiero?

Libertà di pensiero, ma disciplina di partito. Nelle assemblee funziona così. Se Cicchitto non avesse smarrito il senso democratico avrebbe convocato i suoi gruppi parlamentari. Per anni se ne è dimenticato. Ci saremmo risparmiati Fini e Berlusconi sul ring dell’odio, in lotta rusticana: “a Chi so io e a chi sei te”.

 

Rapporti con Tremonti?

Siamo amici, ma l’amicizia è una cosa, la politica un’altra. La sua manovra finanziaria sui conti pubblici del luglio 2008 ci mandò in recessione. Unici, in tutta l’eurozona.

L’economia è in mano ai tecnici.

Barucci, Ciampi, Siniscalco, Tremonti, Padoa Schioppa, Monti e Grilli. Dal ’92 non facciamo altro, ma i medici non possono guidare la Sanità e i generali non possono fare i Ministri della difesa. L’economia è cosa troppo seria per essere affidata agli economisti.

Proviamo con Grillo?

Ha una funzione democratica. Tiene negli schemi milioni di incazzati. Extraparlamentari violentissimi, in potenza. Non durerà. Più di Grillo, riedizione postmoderna di Guglielmo Giannini, mi preoccupa altro.

 

Cosa, Pomicino?

Il palazzo è pieno di gente ricattabile. Faccio una domanda: perché quando il generale Ganzer, uomo dabbene, venne condannato in primo grado a 14 anni per reati gravissimi, nessuno si interrogò sull’opportunità che continuasse a guidare i Ros, l’eccellenza dei Carabinieri?

 

Perché?

In troppi hanno qualcosa da nascondere. Come dice Andreotti:” A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.

Come sta il divo?

Non bene purtroppo. Mai riuscito a dargli del tu, ma il rapporto era vivo. Decideva lui e se non ero d’accordo, non mi nascondevo. “Giulio, poi fai come vuoi, ma io te lo devo dire. Si chiama lealtà”. Mi osservava: “Paolo, mi stai dando implicitamente dello stronzo?”.

 

E lei Pomicino, nasconde qualcosa? 

Alla mia età? Mi rimangono solo consigli da dare. Sono angustiato per Scalfari.

 

Perché?

E’ inquieto, sembra infelice, sta disperatamente cercando dio. Vorrei chiedergli udienza, non credo me lo possa negare.

 

Vuole indicargli la strada?

Eugenio deve imparare a piangere. Mi chiamo Paolo, conosco la strada per Damasco. Se vuole, facciamo il viaggio insieme.

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