L’intervista

 Intervista pubblicata il 23 febbraio su “Milano finanza”
 

I grillini non sono i primi “alieni” a sbarcare in parlamento, negli anni ’80 arrivarono i verdi, negli anni ’90 i leghisti. E Paolo Cirino Pomicino era lì in tutte e due le occasioni. E in qualche modo, anche se non dentro l’aula, continua ad esserci anche ora. La persona giusta per chiedere che cosa succederà ora che è previsto uno sbarco in massa di eletti del Movimento 5 stelle-
«Per la prima volta arriverà un gruppo numeroso di parlamentari in alcun modo attrezzati al lavoro che dovranno svolgere. Non per colpa loro, ovviamente, ma perché sono stati scelti proprio in base alla loro estraneità alla politica. I verdi e i leghisti, quando sono arrivati in numero consistente, avevano ognuno una proprio esperienza di politica e amministrazione, maturate negli enti locali».
Celentano dice: meglio votare gli inesperti, perché gli esperti li conosciamo bene.
Battute. La realtà è che questa situazione è figlia di un processo di decadenza iniziato vent’anni fa.
Va be’, lei rimpiange la Prima Repubblica.
No, io sto ai fatti. L’ultimo governo di pentapartito era stato eletto sulla base del 55% dei voti validi. La maggioranza assoluta. La notte del 25 febbraio, alla fine dello spoglio molto probabilmente vincerà le elezioni la coalizione di Pierluigi Bersani, che otterrà il 55% dei seggi della Camera con circa il 35% dei voti. E fino ad oggi, qualsiasi coalizione sia andata al governo in questo ventennio, lo ha fatto senza avere dietro la maggioranza reale degli elettori, ma almeno in questi quattro lustri chi ha governato aveva superato il 40% dei voti.
E’ l’effetto di questa sciagurata legge elettorale.
No, per favore, guardi la luna e non il dito. La legge elettorale regala il premio di maggioranza e lo prenderà il Pd perché è il solo partito rimasto al 30%, gli altri ormai sono scesi molto al di sotto. Sono spariti i partiti, questo è il vero problema. E li ha uccisi questa continua ricerca del bipolarismo attraverso le alchimie elettorali e non attraverso la politica.
Non le piace proprio la Seconda Repubblica?
  Guardi, anche la sua agonia tende più alla farsa che alla tragedia. Sa che cosa manca all’attuale panorama politico per  assomigliare del tutto a Disneyland? Il partito delle sorelle Bandiera e quello delle Giovani Marmotte. Il resto c’è già: la Rivoluzione Civile, i Marxisti per Tabacci, i Moderati rivoluzionari, i Fratelli d’Italia. Ma è possibile che qui da noi non ci siano le famiglie politiche che troviamo in tutti gli altri paesi europei? I Socialisti, i Cristiano democratici, i Liberali, gli Ambientalisti? Lo dico con simpatia per il mio amico Oscar Giannino, lasciando perdere tutto il resto, master, lauree eccetera. Ma è possibile che dovendo fondare un nuovo partito non lo abbia chiamato «Liberale», ma «Fermare il declino»? Una frase al posto di un aggettivo. Lo dico da medico, qui  stanno tutti male. E non da oggi, si sono inventati l’Ulivo, l’Asinello, L’Unione, il Centro democratico, Forza Italia. Dal 1994 ognuno ha fatto di tutto per cancelllare persino le tracce della cultura politica di provenienza.
Sarà perché già nel 1994 qualcuno aveva gridato ai partiti: Uscite, siete circondati!
E questo a cosa ha portato? Al partito personale, e il Movimento 5 Stelle ne è solo sua ultima versione. Il leaderismo, che negli anni novanta era una novità si è evoluto in questa distorsione della democrazia. La conseguenza è stata che in Parlamento si è insediata una classe dirigente improvvisata, incompetente e cortigiana. Un bel risultato! Non c’è più il Parlamento della Prima Repubblica, ma non è che al suo posto oggi abbiamo il Congresso americano o il Bundestag.
Be’, il Porcellum, che porta in parlamento solo i nominati dal leader non aiuta.
Perché, invece andava bene il Mattarellum? Chi li sceglieva i candidati nel colleggio? Potevi essere anche Giulio Cesare, messo nel colleggio sbagliato non avevi nessuna possibilità di essere eletto. Magari eri un fesso, ma se ti mettevano nel Mugello…
Tanto per non fare nomi,
Appunto. E torniamo alla situazione attuale l’altra conseguenza di questo ventennio è lac onvinzione che si possa superare crisi politica affidandosi al governo delle competenze. Via i partiti, via la democrazia, viva i tecnici! Eppure avevamo già avuto un Parlamento dei competenti.
Quando?
Si chiamava Camera dei fasci e delle corporazioni. Lì si veniva nominati per chiara fama, ma io personalmente non ne ho una grande nostalgia. Ecco a cosa ha portato lo sfarinamento di questi vent’anni. Da una parte c’è il mito della democrazia diretta (Grillo), dall’altra quello del governo delle competenze (Monti).
Che cosa succederà dopo il voto?
O vincerà il trasformismo, nel senso che una parte dei grillini verrà normalizzata (perché Roma doma), permettendo alla legislatura di andare avanti, ovviamente con il livello di classe parlamentare di cui parlavamo. Oppure tra sei mesi si tornerà a votare.
Sembra l’alternativa del diavolo, come fai sbagli. In ogni caso sarebbe un disastro, sai lo spread…
Ma senza la politica è inevitabile. I partiti sono la politica. Dal punto di vista economico e finanziario Spagna e Grecia stanno peggio di noi, ma hanno un sistema politico di tipo europeo e hanno affidato alla politica il tentativo di uscire dalla crisi, non hanno chiamato i tecnici. Noi, invece, dal 1992 siamo in mano a loro.
Come dal 1992? Monti è arrivato l’anno scorso.
No, non sbaglio. Dal 1992 tutti i ministri dell’Economia, e spesso anche i premier sono stati dei tecnici: Ciampi, Tremonti, Padoa Schioppa, e in qualche misura anche Amato e Visco e se vogliamo anche Prodi, poi Siniscalco, Monti e Grilli.
Per la prima volta, però, dopo tanto parlare di partiti liquidi, ci sarà più di un centinaio di parlamentari senza dietro sedi, comitati centrali, direzioni. Questa almeno è una novità o no?
Tre mesi di folclore non ce li leva nessuno, ma poi le cose cambieranno. Lei crede davvero che ogni volta che questi andranno in commissione, organizzeranno un referendum on line per decidere come votare? Ma per favore! Peraltro non avranno in Parlamento né il leader né il sottoleader. Mai avvenuto. No, non reggerano, ci sarà una normalizzazione. E non sarebbe nemmeno un male se insieme alla destrutturazione di quel gruppo si mischiassero le carte anche degli altri, e ognuno si ricollocasse secondo la sua cultura di riferimento. Succedesse questo ci sarebbe ancora una speranza. Altrimenti finirà male. Non la legislatura, l’Italia.
 

3 Comments on "L’intervista"

  1. chi me lo avrebbe detto a me anni fa che cose serie è dovevo trovà su o blog de Pomicino!
    SO RIMASTA SENZA NEMICI ALLA MIA ALTEZZA!

  2. Cara Vittoria, forse è l’ora che tu ti metta in cerca di amici, alla tua altezza. Per esempio Gesù Cristo, che ti ha creato e che aspetta che tu ti rivolga a lui perchè possa soddisfare la tua sete di pienezza e di infinito, che sarà sempre frustrata se speri di dissetarti con il mondo e tanto meno con la politica, se la intendi come uno strumento palingenetico, che può davvero cambiarlo, il mondo, e renderlo giusto e felice. L’unica rivoluzione che trasforma davvero anche il mondo(senza volerlo neppure), è quella che si può fare nel cuore di ognuno di noi, dove dominano le nostre passioni e l’enorme egoismo, con l’aiuto di Dio. Noi cattolici sappiamo che la realtà è macchiata da peccato originale e chi si intestardisce a volerla “raddrizzare” non fa che moltiplicare errori e dolori per la povera gente. Per questo non ti meravigliare se trovi cose serie sul blog di Pomicino, perchè fa parte di quel mondo politico di alto livello proprio perchè viene da una cultura che considera la politica e la democrazia, come importanti e nobili strumenti per la gestione delle nostre società sempre più complesse. Punto. Nulla di più. Quando invece si vuole il sol dell’avvenir…si va fuori strada. Un Saluto.

    • o fatto è che io sono marxista! il che no mi impedisce di apprezzare la lucidità politica di Pomicino, altri tempi, altre qualità da una parte e l’altra delle barricate…

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