Bersani deve allearsi con il Cav

Intervista pubblicata su “Italia Oggi” il 26 febbraio 2013
Due anni per le riforme. Casini? Suicidio annunciato
 di Alessandra Ricciardi  

Da democristiano, più volte ministro negli anni che hanno fatto la Prima repubblica, di crisi ne ha viste e gestite tante. E questo responso elettorale non lo stupisce affatto, è la conferma «della modestia dell’offerta politica», scandisce Paolo Cirino Pomicino, «e ora non c’è molto altro da fare che un accordo Pd-Pdl, per due anni di riforme, dalla legge elettorale alla competitività.

E poi di nuovo al voto».

Domanda. Bersani era convinto di stravincere. E invece…

Risposta. Il risultato è dovuto alla modestia dell’offerta politica. Vede, a Torino, Piero Fassino e Massimo D’Alema hanno riunito i socialisti europei, non c’era né Enrico Letta né Matteo Renzi, a testimonianza che fanno parte di un’altra cultura. Dall’altro lato, il Pdl sembra Biancaneve e i sette nani. Entrambi i partiti fanno riferimento a culture politiche europee senza però predicarle in Italia. Il Pd fa capo ai socialisti, ma Bersani non si presenta come un socialista.

D. Mario Monti si è proposto come l’esponente di una cultura europea.

R. Monti è un tecnocrate, è il garante in Italia dell’Unione europea, ma non ha un cultura politica. E ha avuto infatti un risultato modesto.

D. Questa sarà l’elezione che fa fuori il partito dei pubblici ministeri.

R. Vale per loro quello che vale per il partito dei tecnocrati, la politica si vendica sempre di chi la offende. A volte lo fa con lentezza…

D. Intanto il Cav ha avuto una rimonta su cui nessuno avrebbe scommesso.

R. Berlusconi è un genio della propaganda.

D. Beppe Grillo è la vera offerta politica vincente.

R. Grillo ha reso un grande servigio alla democrazia, ha evitato che milioni di italiani finissero in un’area di violenza.

D. E perché non può governare?

R. Io non lo escludo, ma sarà il Movimento a escludersi dal governo. Non potrà strutturarsi come partito, perché non ha una cultura politica, anche se hanno la dote della militanza che altri partiti hanno smarrito.

D. Cosa potrebbe accadere?

R. Cosa accadrà. Non c’è altra soluzione che un accordo a termine tra Pd e Pdl, ma a una condizione: fare in due anni le riforme che servono, la legge elettorale, l’aggressione del debito pubblico, recuperando risorse, anche in sede europea, per risolvere il nodo della competitività. E intanto, ciascun partito dovrebbe impegnarsi a recuperare la propria identità di stampo europeo, escludendo quelle che cozzano. Poi, di nuovo al voto.

D. Bersani sembra intenzionato a cercare una maggioranza in parlamento, potrebbe bastare forse Monti.

R. Sbaglia Bersani se si limita a cercare una maggioranza nel parlamento e non nel paese. La sua coalizione da sola non rappresenta la maggioranza degli italiani.

D. Ha visto il risultato dell’Udc? Un altro pezzo si storia democristiana che finisce.

R. Grazie all’insipienza di Casini, ho provato invano a sconsigliarlo, la sua alleanza con Monti era un suicidio annunciato, era scontata la cannibalizzazione. Ma non c’è stato verso.

 

 

 

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