Pedala, speranza. Che bel quadretto il giovane Renzi in bicicletta. Ma ascolti i nostri consigli, per favore

Pubblicato su ” Il Foglio” il 26 ottobre 2013
Al direttore-
Però, quanta eleganza e quanta sobrietà. Ieri vedendo in televisione il sindaco Matteo Renzi arrivare in bicicletta al convegno dei comuni Italiani dove c’era anche il Presidente della Repubblica ci siamo commossi. Il sindaco ragazzino è il sindaco speranza, potrebbero dire i pubblicitari che da anni infestano la politica italiana rovinando i migliori talenti. Quel quadretto, anni ‘50, a noi, avanti negli anni, ha ricordato “bellezze in bicicletta”. Si, è vero, Renzi è un maschio solido e quindi non può suscitare le emozioni di Delia Scala e Silvana Pampanini che scorrazzavano “con le gambe belle” ma è pur sempre un bel vedere, con i suoi occhi accattivanti carezzati da quelle ciglia che si aprono e si richiudono continuamente. Non a caso sta crescendo il consenso anche nelle adolescenti con “gridino” come se Renzi fosse per loro una “pop star” e per i più anziani del Paese, la speranza di una vecchiaia un po’ più serena. E poi, lasciateci dire, quel parlare fluente e tondo, dolce e carezzevole, che dà a chi lo ascolta la sensazione che ci legga nella pancia. Insomma un prodotto serio da “green economy” che sta letteralmente asfaltando (termine ormai già diffuso tra gli adolescenti un po’ bulli) quei vecchi comunisti che sono un po’ depressi perchè non sono più comunisti ma nessuno gli ha detto ancora esattamente cosa sono. Insomma il giorno dell’Immacolata Concezione, l’8 Dicembre, mentre alla Scala si farà lo splendido brindisi verdiano della Traviata, il popolo della mezza sinistra potrà fare il suo brindisi sulla scomparsa dei “Traviati remoti” e sul trionfo di quella “bellezza in biciletta” dalla battuta facile e dal sorriso beffardo. Però nel frattempo bisognerà pure parlare di politica. Il documento congressuale scritto dalla nostra “speranza in bicicletta” è davvero molto bello e unificante. Lo possono sottoscrivere tutti, dalla Santanchè a Grillo a testimonianza di come la giovinezza in bicicletta possa rendere grandi servizi alla pacificazione nazionale. I vecchietti come noi, però, non devono sottrarsi al dovere di informare la speranza in bicicletta di alcune cose di cui, forse, per mancanza di tempo il nostro non ha avuto modo di sapere. È inutile insistere sul bipolarismo come fatto nuovo perché questo già esiste in Italia e in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. Laburisti e conservatori, socialisti e gollisti, socialisti e democristiani in tutta Europa, Italia compresa, sino al 1994, rappresentano da 60 anni quel bipolarismo invocato dalla nostra “speranza in bicicletta”. Questi due partiti si alternano o si alleano per governare i paesi europei. Il tema vero è che in tutti i paesi quei due partiti hanno ciascuno una propria identità che fa ancora vibrare i cuori e rappresentano insieme circa il 70% degli elettori (in Italia, diciamolo piano piano, i due partiti maggiori non raggiungono il 50% degli elettori e non sanno chi sono). Se la nostra speranza in bicicletta ripete questa storia del bipolarismo salvifico le malelingue sempre in agguato finiranno per dire che la nostra speranza in bicicletta non conosce quasi nulla del contesto politico europeo. E non è giusto, uffa!!! Alla stessa maniera cerchiamo di fare “chuchotage” all’orecchio della nostra speranza in bicicletta, senza fargli il solletico, però, ricordandogli che dal 1994 al 2006 il maggioritario in Italia c’è già stato e i partiti da 9 che erano nella prima repubblica sono passati a 15/16  a seconda delle tornate elettorali. Sussurriamogli allora che il maggioritario funziona quando la società è essa stessa bipartitica come negli USA e fino a qualche tempo fa in Gran Bretagna, mentre non funziona se le opzioni politiche vere in un paese sono più di tre o quattro come in Italia e in larga parte dell’Europa.  Correndo ancora un po’ dietro la “nostra speranza in bicicletta” sussurriamogli, sempre senza fargli il solletico, che le democrazie parlamentari con un sistema proporzionale con soglia di accesso funzionano bene (Germania, Spagna etc) e mentre l’affanno ci toglie il respiro diamo un’ultima notizia alla nostra “speranza in bicicletta”. Se il primo ministro lo deve scegliere l’elettore deve chiedere un sistema presidenziale, se, invece, deve avere il voto di fiducia dal Parlamento, deve essere il Parlamento stesso a indicarlo al Presidente della Repubblica. Speranza nostra carissima, ci scusi, non ce la facciamo più a starle dietro ma tenga a mente quel che le abbiamo detto e che i pubblicitari non dicono mai pensando, come pensano, solo all’immagine. Ricordi ciò che le abbiamo sussurrato perché avendo scelto Lei come nostra ultima speranza, non vorremmo morire disperati. Che Dio salvi l’Italia.

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