Tasse ridotte con equità

Articolo pubblicato su “Il foglio quotidiano” il 24 luglio 2015

Al direttore- Il programma pluriennale di riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie annunciato da Renzi all’assemblea nazionale del suo partito,al di là della inusuale sede per comunicazioni di questo genere,e’da salutare positivamente.Naturalmente, come tutti sanno,tra il dire ed il fare c’è sempre di mezzo il mare ma dovremmo tutti imparare che annunci positivi per il paese fatti dal presidente del consiglio vanno non solo applauditi ma anche sostenuti con suggerimenti.Il primo tema sul quale vogliamo attirare l’attenzione del governo e’quello della equita’.In un paese che da venti anni cresce poco e da tempo vede aumentare da un lato il disagio economico di milioni di famiglie e di una marea di giovani e dall’altro lato disuglianze sociali con importanti ricchezze elitarie,qualche problema di equità lo ha ed ha bisogno di affrontarle politicamente.Per fare un esempio tipico del conto della serva se ad un reddito di 20-25 mila euro annui 2-300 euro di risparmio sono un sollievo,per un reddito di 70-80 mila euro annui,invece,un risparmio di 7-800 euro all’anno non gli fa, come si dice,né’ caldo ne’freddo.Va da se’che l’abolizione della tassa sulla prima casa se fosse legata al reddito e quindi parziale,consentirebbe di avere a disposizione delle risorse per fare,ad esempio,qualcosa in più sui pensionati al minimo che sono davvero alla canna del gas.Potremmo sbagliare o essere di un tempo passato,ma sul terreno della fiscalità ogni misura “erga omnes” quasi sempre incorpora qualche elemento di iniquità e nella stagione che viviamo non possiamo più permettercelo perché le disuguaglianze sociali hanno raggiunto livelli davvero intollerabili.L’altro tema sul quale attirare l’attenzione del governo e’la scelta pluriennale da operare.Renzi ha detto di voler fare nel 2016 l’abolizione della tassa sulla prima casa,nel 2017 la riduzione per le imprese del costo del lavoro e dell’ires,nel 2018 ridurre irpef e dare una mano ai pensionati sempre quando intanto non siano morti per fame.E’un criterio osannato ad esempio da Ricolfi ma come ogni criterio è discutibile.L’Italia si trova da anni di fronte ad una crisi di domanda ed in particolare della domanda interna motivo per il quale lasciare nelle tasche dei cittadini un po’ di soldi aiuta.L’abolizione delle imposte sulla prima casa da’in questa direzione una mano ma ancora insufficiente per riprendere una domanda interna all’altezza dei bisogni.Ecco perché forse sarebbe utile sostenere la domanda di consumi anche dei pensionati che nelle condizioni in cui si trovano spendono ogni euro che gli arrivano coniugando, così,equita’ed effetto economico.E’fuor d’opera che queste misure andrebbero rafforzate con investimenti pubblici e con forti agevolazioni per investimenti privati(ad esempio ammortamenti accelerati per investimenti fatti nei prossimi 18 mesi).Morale della favola:una programmazione pluriennale di abolizione delle tasse sulla prima casa basata sul reddito metterebbe insieme equita’e crescita della domanda interna sempre quando vengano associate le misure ricordate.Questa nostra visione e’confermata anche dal fatto che i famosi 80 euro non solo non hanno fatto riprendere la domanda interna scossa solo da Draghi e dalla decontribuzione per i nuovi assunti,ma sono stati il massimo della iniquità perché sono stati lasciati fuori dal beneficio gli italiani più poveri,e cioè i pensionati al minimo o quelli sotto i mille euro al mese.Questo ragionamento vale anche per il resto della manovra fiscale annunciata.In parole povere se l’impegno finanziario e’di ridurre la pressione fiscale di 45 miliardi in un triennio questi dovrebbero essere spalmati su tutti i tasti tributari ogni anno per una parte minore tanto da favorire contestualmente famiglie ed imprese perché bisogna affrontare la società italiana come se fosse una grande orchestra nella quale ,ad oggi ,ognuno suona uno spartito mentre l’armonia degli strumenti deve tornare ad essere un dato primario per ridurre quella cosa sconcertante che vediamo da qualche anno e cioè che aumentano contemporaneamente povertà di massa e ricchezze elitarie.Sappiamo di chiedere una cosa complessa ma sappiamo che questa è anche la strada più giusta e più efficace. Una riflessione come la nostra non può chiudersi senza una piccola malizia.Non vorremmo che la scelta di dare questo annuncio all’assemblea nazionale del partito fosse stato solo un espediente per non parlare della riforma del Senato che così come e’sembra un pasticcio istituzionale non degno di un grande paese democratico spostando l’attenzione di massa su di un tema decisamente più popolare.Se fosse così dovremmo fare considerazioni profondamente diverse che speriamo ci vengano risparmiate.

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