La sua è una battaglia di potere, le altre erano civili e religiose

Intervista di F.DE pubblicata il 14 settembre 2015 su Il Fatto Quotidiano

Sostiene il democristiano Paolo Cirino Pomicino, ex ministro andreottiano, che c’è una grande differenza tra la battaglia di Matteo Renzi sulle riforme costituzionali e quelle evocate in queste due pagine.

Renzi è troppo giovane e inesperto, rispetto a De Gasperi, Fanfani e Craxi?

No, anzi il presidente del Consiglio è dotato di una grande intelligenza politica e comunicativa. La differenza è che questa è una pericolosa battaglia di potere, le altre investivano temi civili, religiosi, economici. E l’appellativo di legge truffa dato all’epoca alla proposta di De Gasperi del 1953 oggi appare più che mai ridicolo rispetto al l’Italicum di renziana fattura

Pericolosa perché cambia tutta la natura della Costituzione.

Innanzitutto perché dà per sempre il governo del paese nelle mani di una minoranza e con la riforma del senato non vi sarà alcun contrappeso tipici di ogni democrazia. Non siamo insomma nè una democrazia parlamentare nè una presidenziale.

Perciò si gioca tutto.

Si gioca il suo presente. Anche De Gasperi e Fanfani si giocavano solo il loro presente perché in un grande partito di massa in termini di potere c’erano le pasque e le quaresime come diceva lo stesso Fanfani. .

Ossia?

Nella DC, come in quasi tutti i partiti, c’erano più leader che potevano fare il presidente del consiglio e chi cadeva poteva risorgere.

Renzi, invece, non ha alternative.

Questo è il limite dei partiti personali come ormai sta diventando il PD. Renzi è un leader che resta tale anche se non dovesse fare più il presidente del consiglio. Ecco perché la sua minaccia di elezioni anticipate è una pistola ad acqua, al massimo si dimetterà la Boschi. Renzi non ha il coraggio per andare a votare e qui è diverso dal Craxi del 1985.

Diceva: “Mi dimetterò un minuto dopo la vittoria eventuale dei sì”.

Craxi sapeva che bene o male la sua maggioranza politica era maggioranza nel Paese. Oggi non è così. Sono anni che abbiamo maggioranze di governo in parlamento che sono minoranza nel Paese.

E se alla fine dovesse vincere in Parlamento?

Parafrasando Mario Draghi, andremo in un mare ignoto dove nulla è prevedibile.

L’autoritarismo di una minoranza.

È questo il modello che Renzi offre al paese con la doppia riforma della legge elettorale e del Senato. Se volesse, diversamente, rimanere nella storia democratica del paese dovrebbe accettare le richieste di chi gli si oppone: Senato elettivo e premio di coalizione.

Invece si gioca il tutto per tutto, insieme con Verdini e Alfano.

Alfano ha detto che chi vuole andare via da Ncd vada pure. Mi sembra che sia stato Alfano ad andarsene già da NCD

Be the first to comment on "La sua è una battaglia di potere, le altre erano civili e religiose"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato.


*