Leopolda, un partito nel partito

È difficile sottrarsi ad una sensazione emotivamente forte sulla Leopolda, la grande kermesse renziana dal nome romantico giunta alla settima edizione. Un raduno di un pezzo di società che discute per tre giorni facendo parlare tantissime persone anche se non iscritte al PD. La sensazione che abbiamo è che la Leopolda sia cosa profondamente diversa dal PD. Non è una sua corrente, è un raduno di gente perbene che ha un solo riferimento culturale e politico, Matteo Renzi. La sua diversità rispetto al PD è enorme sia nelle modalità che nei contenuti. La Leopolda discute per tre giorni, l’assemblea nazionale del PD (mille persone) per 4-5 ore al massimo. Alla Leopolda parlano diverse decine di persone, nell’assemblea del PD 6-7 persone. La Leopolda ha un “carico” di tifoseria notevole, l’assemblea del PD non emoziona nessuno, né dentro né fuori dal partito. La convinzione che ci siamo fatti è che il vero partito di Renzi è la Leopolda, non il PD. Una esagerazione? Forse, ma le diversità descritte sono troppe per non portarci a questa convinzione. E tanto per finire la stessa fondazione “open” che raccoglie fondi non è al servizio del partito ma solo del suo segretario. Può darsi che essendo un vecchio arnese non capiamo la modernità che ai nostri occhi appare più come un “modernismo” privo di grandi visioni politiche. Un solo esempio per tutti. In questi ultimi mesi si è completata una evoluzione politica in Europa che non dovrebbe sfuggire a nessuno. In tutte le grandi democrazie parlamentari è tramontato il governo di un solo partito come accadeva da anni in Gran Bretagna, in Spagna, sostanzialmente anche in Germania dove i grandi partiti, la CDU e la SPD, governavano pressochè da soli accompagnati, di volta in volta, da uno dei due piccoli partiti, i liberali ed i verdi. Insomma in tutte le grandi democrazie parlamentari europee si è imposta la coalizione come forma di governo, una coalizione fatta da 2 partiti che insieme sono maggioranza nel Parlamento e nel Paese. Così ormai accade da tempo in Austria, in Belgio, in Svezia, nella stessa Germania ed ora anche in Gran Bretagna ed in Spagna. E le coalizioni più frequenti sono quelle del centro-sinistra, un’alleanza cioè tra popolari e socialisti. Da molti anni in Italia accade il contrario senza che Alfano si offenda perché una coalizione tra un partito del 30% ed un altro del 2/2,5% non è una coalizione ma solo una collaborazione necessitata. Ma in Italia c’è di più. Il nuovo orizzonte della riforma costituzionale e dell’Italicum punta infatti, in controtendenza, al governo di un partito solo, come in Ungheria ed in Polonia, compiendo così un errore di prospettiva. In Italia abbiamo due partiti di destra (Lega e Fratelli d’Italia) e due partiti di estrema sinistra (M5S e SEL) un partito di sinistra il PD ed un area moderata, liberale e popolare, frastagliata e divisa. Non c’è dubbio che la vera stabilità politica l’Italia la raggiungerà se approderà, una volta ricomposta l’area moderata, a quella alleanza di centro-sinistra del tipo tedesco e spagnolo in un parlamento rappresentativo in cui potrebbero esserci un partito socialista ed uno liberal-popolare. Quell’alleanza sarebbe maggioranza nel parlamento e nel paese senza bisogno di avere lo scandaloso premio di maggioranza e sarebbe molto più praticabile di un’alleanza di sinistra o di una di centro-destra, quest’ultima, peraltro, minoranza nel paese. Ecco cosa avremmo voluto che si discutesse nei tre giorni della Leopolda, cioè del futuro politico del paese senza il quale il futuro sarà solo una avventura. Non ci permettiamo di chiederlo al PD perché difficilmente ci sarà una tre giorni del PD ormai abituato ad un silenzio assordante rotto solo da qualche flebile voce nelle pochissime ore di riunioni.

paolocirinopomicino@gmail.com

1 Comment on "Leopolda, un partito nel partito"

  1. Condivido questa analisi lucida propria di un politico di esperienza e di cultura storica, benchè democristiano di antico stampo. Ma i democristiani di un tempo erano in gran parte persone preparate e colte. L’ignoranza di oggi è pericolosa.

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