LA MEMORIA, QUESTA SCONOSCIUTA! – Dagospia 11 maggio ’22

Per la nostra Repubblica maggio è un mese di tragici ricordi, l’uccisione di Aldo Moro e la strage di Capaci che mise fine alla vita di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e di gran parte della sua scorta. Questi tragici avvenimenti vengono ogni anno ricordati ma spesso, come quest’anno, con grandi e gravi buchi della memoria. Dimenticanze che offendono la Repubblica e i tanti che hanno perso la vita per servirla.

 

La strage di Capaci quest’anno e’ stata ricordata nell’aula bunker di Palermo che vide Falcone e Borsellino portare alla sbarra decine e decine di capi mafiosi, pezzi da novanta che si sentivano intoccabili e che invece furono condannati o all’ergastolo o a decine di anni di carcere duro.

 

Paolo Cirino Pomicino e Giulio Andreotti

 

Era presente anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Nessuno, però ha ricordato che quei mafiosi furono processati e condannati in stato di detenzione solo grazie ad un decreto legge, quello firmato da Andreotti e Vassalli nel settembre del 1989, che raddoppiò il tempo della carcerazione preventiva per gli imputati di mafia evitando, così, la scarcerazione, per decorrenza dei termini, di quei boss che, una volta usciti, sarebbero diventati uccel di bosco.

 

Giovanni Falcone Paolo Borsellino

 

Quel decreto legge fu ritenuto da molti un vero e proprio mandato di cattura e sfiorò la incostituzionalità creando qualche  perplessità anche in Francesco Cossiga all’epoca presidente della Repubblica. La posta in gioco era troppo alta per la sicurezza della Repubblica e ci volle l’esperienza ed il coraggio di quel governo e di quella coalizione per poterlo varare.

 

Sergio Mattarella lo ricorda benissimo perché era ministro della pubblica istruzione di quel governo e Andreotti, prima di approvarlo , volle sentire riservatamente il parere dei due ministri siciliani, Calogero Mannino e lo stesso Mattarella, che spinsero con determinazione a che quel decreto fosse subito varato.

 

Paolo Cirino Pomicino e Giulio Andreotti

 Oggi Mattarella è l’amato presidente di tutti gli italiani e mai avrebbe ricordato qualcosa che all’epoca divise gli italiani perché l’intera sinistra a cominciare dal PCI votò contro quel decreto sostenendo che i mafiosi “potevano essere controllati anche fuori dalle carceri”(sic)!!

 

 Anche il ricordo di Aldo Moro nell’aula di Montecitorio insieme a quello di tutte le vittime del terrorismo non è stato accompagnato dalla memoria del governo monocolore della DC con la quale nessuno voleva governare in quegli anni, ma tutti vollero che quel partito governasse da solo perché era per tutti la garanzia repubblicana. Ecco quel che oggi manca al paese. Un partito perno dell’intero sistema politico e con esso la memoria di ciò che è stato e che il potere di turno tenta di far dimenticare. Un grande inganno per una democrazia in affanno! 

La cella di Tommaso Buscetta nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo

Sergio Mattarella alla commemorazione a Palermo

   

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