Come aiutare Monti

Il governo Monti è figlio della più grande crisi della politica che l’Italia repubblicana ricordi e ad oggi non ha alcuna alternativa. Detto questo, però, il governo va aiutato vista la sua dichiarata inesperienza parlamentare e legislativa (tutti siamo stati peones parlamentari) e il compito spetta principalmente ai tre partiti che lo sostengono. Per parte nostra l’aiuto che possiamo dare è porre qualche domanda irriverente sul decreto delle liberalizzazioni. Va ricordato innanzitutto che vi sono aree di attività per le quali si realizza il “ cosiddetto fallimento del mercato” come si dice in gergo e sono quelle per le quali vigono prezzi amministrati e regolamentazioni di orari a tutela dei consumatori. Nel caso dei taxi, ad esempio, guai se le tariffe e gli orari non fossero regolamentati perché a quel punto prendere un taxi alle 23,00 ci costerebbe un occhio della testa e forse non lo troveremmo neanche. Ed allora se questa regolamentazione di prezzi ed orari non può essere soppressa,  cosa si liberalizza? Potrebbe  esserci un numero insufficiente di taxi, ma già oggi  ogni sindaco, che certamente conosce la propria città meglio di ogni altro, ha i poteri per provvedervi. Ed allora che senso ha chiedere ad un’autorità dei trasporti di decidere sul numero dei taxi a Catania, Verona, Caserta e Firenze e alla organizzazione del relativo servizio? Addirittura si affidano questi compiti da subito all’autorità per l’energia elettrica e il gas. La cosa si commenta da sola. E infine se davvero c’è l’interesse generale ad un numero maggiore di taxi in una città perchè bisogna pagare “dazio” ai vecchi possessori di licenze dando loro un’altra licenza? Questo sì che rappresenterebbe il trionfo delle corporazioni. Una domanda simile  sul  notariato. Liberalizzare il settore certificativo di cui i notai sono protagonisti avrebbe dovuto comportare più la eliminazione, per alcune attività minori, della funzione notarile così da ridurre costi e tempi per cittadini ed imprese che non aumentare il numero dei notai. E così è per le farmacie per le quali, accanto a una norma giusta come quella di liberalizzare i prezzi dei farmaci a totale carico dei cittadini, vi sono astruserie degne della migliore burocrazia. E’ il caso dell’obbligo per il medico di prescrivere due farmaci equivalenti uno dei quali costa più dell’altro. Avremmo capito un obbligo per i medici di prescrivere, per i farmaci a carico del servizio sanitario nazionale, quel farmaco che, a parità di efficacia, costa di meno riducendo così la spesa pubblica. Prescrivere invece due farmaci con costi diversi si rischia  di scivolare in una gag di Totò e Peppino. Nella norma, infatti, si dice che il medico “ deve informare il paziente dell’eventuale presenza in commercio di un farmaco equivalente” quasi a trasferire a lui la decisione. Ma se è equivalente perché non lo prescrive? Ed infine le tariffe autostradali. Pochi sanno che il cosiddetto nuovo metodo per la determinazione dei pedaggi autostradali introdotto dal decreto Monti, quello del cosiddetto “price cap” incentrato sul recupero di produttività, è già stato in vigore sino al 2008 per essere poi cambiato con l’attuale sistema vigente sulla base di valutazioni positive espresse, nell’interesse dei consumatori, dal presidente dell’Anas e dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici che alle Camere spiegarono come l’attuale sistema avrebbe ridotto l’incremento tariffario annuale di almeno il 6%. Sbagliarono ieri  o sbagliano oggi e questo continuo cambiare orientamento nello spazio di pochi anni favorisce gli investimenti o li scoraggia perché diffonde incertezza? Monti sta recuperando credibilità e ruolo internazionali all’Italia che negli ultimi tempi era stata largamente emarginata nei processi decisionali europei e merita, già solo per questo, un ampio sostegno ma  aiutare lui e i  suoi ministri nell’ azione legislativa è un obbligo per evitare di produrre solo “ manifesti” con qualche punto di amenità piuttosto che effetti pratici. E’ il tradizionale rischio dei professori cui le forze politiche devono porre rimedio senza alcuna timidezza e senza praticare quel vecchio servo encomio che anticipa sempre il codardo oltraggio.

Pubblicato su “Il Foglio” del 28-01-2012

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