Giustizia, Autostrade e un governo che rischia di diventare virus

Il logo di ''Autostrade per l'Italia'' a Roma 17 settembre 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

articolo pubblicato su Il Foglio Quotidiano il 4 febbraio 2020

Mentre il paese tutto è concentrato sul coronavirus e sui rischi del contagio il governo balbetta sulle due questioni che un paese serio avrebbe risolto in pochi minuti facendosi consigliare da quel buon senso che in Italia sembra smarrito. Le critiche durissime venute da ogni parte, ed in particolare dai massimi vertici della magistratura inquirente e giudicante su quella ridicola e pericolosa norma che abolisce la prescrizione, dovrebbero spingere questo strano presidente del consiglio a chiudere la questione con l’unica soluzione possibile, la sospensione della norma incriminata sino alla riforma del processo penale. Se il processo davvero si dovesse accelerare e si concludesse  in 4-5 anni come dice lo sprovveduto Bonafede il tema prescrizione si risolverebbe da solo. Per la questione della società Autostrade la soluzione è ancora più semplice applicando il diritto ed ancora una volta il buon senso. In attesa delle decisioni della magistratura non si possono modificare unilateralmente le convenzioni esistenti addirittura contenute in una norma di legge (già una volta la commissione europea avviò una procedura di infrazione per una eguale iniziativa del governo Prodi) nè si può massacrare gli azionisti per eventuali errori imperdonabili di qualche manager. Quel che si può fare invece è comminare risarcimenti e multe importanti imponendo alle stesse società e allo stesso ministero vigilante un di più di risorse per le manutenzioni sburocratizzando le autorizzazioni ministeriali che tardano sempre a venire come è accaduto anche per il tragico crollo del ponte Morandi. Trasferire il tutto all’Anas sarebbe da folli visto che ad essa mancano risorse e personale e considerato peraltro che sono crollati in questi ultimi anni ben 5 ponti su strade statali con alcuni morti. Insomma due questioni con soluzioni di buon senso a portata di mano bloccano il governo per i capricci dei goliardi pentastellati mentre l’economia italiana arranca sempre di più. Dopo aver indicato nel documento di programmazione finanziario e confermato nella legge di bilancio un triennio di bassa crescita (0,6%-1%-1%) sia Conte che Gualtieri annunciano una ripresa economica e una riduzione delle tasse. Saremmo tutti felici ma ormai stanno diventando intollerabili annunci senza spiegazioni e per di più contrastati da dati come quello della caduta del Pil dello 0,3% nell’ultimo trimestre del 2019. Quel che non vediamo tra l’altro è dove verranno trovate le risorse necessarie visto che nessuno ha voglia di fare una manovra finanziaria straordinaria ampiamente possibile nè di coinvolgere in questa manovra la ricchezza nazionale senza immaginare patrimoniali recessive per garantire investimenti e riduzione di tasse di cui avremmo assoluto bisogno. Inoltre a fine anno ancora una volta ci saranno da sterilizzare poco più di 20 miliardi di iva mentre  la vicenda del coronavirus cinese determinerà almeno un punto in meno di crescita per l’intera eurozona con naturali contraccolpi anche per l’Italia che resterà sempre ultima tra i paesi europei. Insomma annunci, finte speranze, poche idee confuse mentre avanza inarrestabile un ulteriore declino del paese con un sistema politico che tarda a trovare un suo definitivo riassetto degno di quel che fu un grande paese industriale e con un peso internazionale oggi largamente smarrito in un momento in cui il quadro geopolitico internazionale sta subendo scossoni dagli esiti imprevedibili. 

 

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