Prima che faccia sera. Di Mezzogiorno, sanità e altri annunci

Pubblicato su il Foglio on-line il 07-08-2015

Dobbiamo sperare che la direzione del partito democratico possa riunirsi almeno una volta ogni quindici giorni perché ogni qualvolta c’è una sua riunione gli italiani hanno notizie importanti e confortanti. Nella direzione di 15 giorni fa pensavamo che si affrontasse il nodo della riforma del Senato nei suoi fondamentali aspetti democratici ed invece abbiamo sentito con gioia l’annuncio della eliminazione delle tasse sulla prima casa ed in un triennio una riduzione della pressione fiscale di ben 50 miliardi. Un viatico per vacanze piene di speranze ed un oblio dei problemi di quegli scocciatori del Senato che vorrebbero che fossero i cittadini a scegliersi i senatori visto come è andato con i deputati che in larga parte saranno nominati. Il prossimo venerdì una nuova direzione e subito acquista il centro del dibattito quel mezzogiorno dimenticato per cui l’intera riunione sarà dedicata al dramma meridionale lasciando sempre da parte giustamente i problemi della riforma del senato. Anzi l’annuncio di una direzione tutta concentrata sul mezzogiorno è stato fatto con i suoni di tromba della ministra Guidi, responsabile del ministero dello sviluppo economico, che ci ha subito confortato perché a sua volta ha annunciato che per il Sud ci sono pronti 80 miliardi di euro senza che nessuno se ne fosse accorto per tempo. Poi responsabilmente ha detto che questa somma sarà disponibile nei prossimi 15 anni (cioè poco più di 5mld all’anno) e l’entusiasmo è un pò calato. Ma siate certi che Renzi ancora una volta ci stupirà con altri annunci pieni di speranza e di opportunità per una economia come la nostra che ha una crescita striminzita come da 25 anni a questa parte. Ciò che ci lascia un pò perplessi, però, è che al di fuori di questi splendidi annunci del nostro premier la struttura del governo con tutti i suoi consiglieri non sembra avere un’idea nè di come ridurre la spesa pubblica e men che meno di come far ripartire seriamente l’economia al di là degli effetti positivi congiunturali (il quantitative easing di Mario Draghi e il crollo del prezzo del petrolio). Un esempio per tutti. Si sono tolti al fondo sanitario nazionale 2,5 miliardi di euro ed altri ne verranno tolti dicendo che si può risparmiare sull’acquisto di beni e servizi. Tutti d’accordo naturalmente (ma a proposito perché non escono i costi standard?) ma chi ha esperienza di ospedali sa che i problemi sono ben altri ed in particolare sono legati alla riorganizzazione delle strutture sanitarie a partire dagli ospedali che costituiscono quasi la metà della spesa sanitaria. Quando  parliamo di riorganizzazione ci ricordiamo che l’ospedale italiano è l’unica azienda in funzione per sole sei ore al giorno, eccezion fatta, naturalmente, per i servizi di pronto soccorso, con una caduta di produttività che non ha eguali nel paese ed in Europa. Per dirla in maniera più semplice c’è bisogno di aumentare lo spazio lavoro all’interno di ogni ospedale rafforzando personale medico e non medico e con un orario sino alle 18 così come accade in gran parte dei paesi stranieri ed inoltre collegando per ogni grande ospedale una grande poliambulatorio capace di fare in tempo reale accertamenti diagnostici ed evitare ricoveri inutili. Una organizzazione di questo genere consente di chiudere ospedali minori trasferendo il personale in quelli più grandi per l’allungamento dell’orario di funzionamento e ridurre in questa maniera una mole di costi fissi per ospedali minori che a volte sono pericolosi anche per la salute. Nei territori sprovvisti di ospedali è necessaria offrire, però, accanto a strutture mediche di base anche un servizio di autoambulanza H24 tale da garantire la popolazione residente da emergenze improvvise. Quelli che hanno lavorato in grandi società come la MCKinsey e che oggi lavorano a Palazzo Chigi sanno che l’organizzazione è per tutte le aziende la fonte dei maggiori risparmi garantendo nel contempo un servizio migliore. Ma forse per affrontare questi temi bisognerà aspettare una nuova direzione del partito democratico. Per il momento contentiamoci del fatto che si discute del Mezzogiorno perché poi si farà sera.

1 Comment on "Prima che faccia sera. Di Mezzogiorno, sanità e altri annunci"

  1. Ufficio Protesico ASL Roma 2, trasferito da un capo all’altro della città: ulteriore disagio per i cittadini già in gravi difficoltà!
    Stamattina – come ad ogni scadenza e necessità – mi sono recata alla ASL Roma 2 di Via Monza per presentare il solito modulo di “richiesta pannoloni” per mio padre di 98 anni e invalido al 100%.

    Sorpresa: Uffici chiusi e cartello affisso sulla porta che comunica il trasferimento degli Uffici all’altro capo della città, in Via Rizzieri 226.

    Ma dico io, è questo il modo di venire incontro alle esigenze dei cittadini che hanno bisogno di assistenza e di cure mediche? Non ho parole. So solo che dovrò prendere un altro giorno di permesso per presentare una richiesta che invece, in un paese civile, dovrebbe essere fatta d’ufficio, di concerto tra medico di famiglia, che rilascia il certificato, e la ASL.

    Ma in questo paese – soffocato dalle scartoffie e imbrigliato nelle fitte maglie della burocrazia – anche le cose più semplici diventano impossibili!

    E torno a chiedere: è mai concepibile che – nel terzo millennio, nella società dei social e delle App a gogo – non si possa inviare un semplice “foglio di carta” per posta elettronica?

    Una cittadina romana.

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