Pubblicato su “Il Mattino” il 28 luglio 2015
E’ davvero sconcertante che un rappresentante di un partito, il vecchio PCI, che nella sua lunga vita politica non ne ha mai indovinata una, abbia l’impudenza di emettere sentenze ridicole e sollevare dubbi offensivi sul più grande partito della storia unitaria del paese, la DC, accusandola da un lato di non aver fatto tutto per salvare Moro dalle BR e dall’altro di essere responsabile della liberazione di Ciro Cirillo per bassi interessi di bottega di una corrente democristiana, quella dorotea. Ma l’impudenza va oltre. La DC secondo fantasie in libertà, sarebbe responsabile indiretta anche degli altri assassini fatti dalle BR che si finanziarono con il riscatto che la famiglia di Cirillo pagò. Questo dirigente politico si chiama Isaia Sales, assidua presenza nella politica regionale e nazionale di Napoli, stretto collaboratore di Bassolino sino a quando era in auge salvo allontanarsi a rotta di collo quando la sua stella era in caduta libera. Primo: cominciamo col ricordare che il terrorismo brigatista apparteneva all’album di famiglia dei comunisti italiani come disse giustamente Rossana Rossanda e non a caso sotto il loro fuoco non caddero mai, grazie a Dio, leaders del partito di Sales se si eccettua il povero Guido Rossa, operaio genovese, ucciso non per la sua appartenenza al Pci ma per presunte ragioni di sicurezza della colonna brigatista genovese. E veniamo alle farneticazioni di Isaia Sales. La dc fece per Cirillo ciò che non fece per Moro. Se avesse studiato, Sales dovrebbe sapere che il primo partito della cosiddetta fermezza nel non trattare con le BR nel caso Moro fu proprio il suo partito, guidato all’epoca da Enrico Berlinguer il cui ricordo è da tutti osannato e presumo anche dal nostro Isaia. Ciò nonostante la DC fece di tutto come hanno dimostrato nel loro bellissimo libro documentato Guido Bodrato e Corrado Belci. E quando dico la Dc, all’epoca unico partito di governo sostenuto dallo stesso PCI di Sales, dico anche governo con le sue forze dell’ordine e con i suoi servizi di intelligence. Per non parlare della chiesa cattolica e di Paolo VI che attivarono ogni iniziativa, compresa quello di un pagamento di un riscatto, per salvare la vita di Aldo Moro. Chi sa di politica sa bene che la scomparsa di Moro avrebbe accelerato la fine di quella solidarietà nazionale necessaria in quel momento al paese e sa altrettanto bene che terminata quella esperienza Giulio Andreotti sarebbe rimasto fuori dal governo per molti anni. Cosi, infatti avvenne. Un anno dopo la morte di Moro finì quella esperienza e Andreotti rimase fuori dal governo per 4 anni. Quale sarebbe stato l’interesse della DC a non avere più Moro alla sua guida e quale quello di Andreotti che nelle tante leggende metropolitane sarebbe stato il leader che più avrebbe impedito la liberazione di Moro? Da che mondo è mondo, in Italia ed all’estero, quando ci si trova dinanzi a sequestri i servizi di intelligence percorrono tutti i canali, compresi quelli della criminalità, senza che per questo la si legittima come accadde per Guido De Martino figlio di Francesco, segretario del PSI. Quel che sfugge ad Isaia Sales e ai tanti che parlano a vanvera addirittura ipotizzando un accordo tra Dc e Brigate rosse è il fatto che queste ultime, dopo Moro e Cirillo, hanno continuato ad uccidere democristiani come Delcogliano e Ruffilli a testimonianza di chi fosse, secondo la utopia brigatista, l’ostacolo per una rivoluzione comunista nel Paese.Ma c’è di più. Dopo Moro le BR decisero di attivare una campagna terroristica nel mezzogiorno nel tentativo di coniugare il disagio sociale delle nostre zone con la utopia rivoluzionaria e cominciarono a sparare nel mucchio iniziando ad uccidere nel 1980 il consigliere regionale della DC Pino Amato otto mesi prima del rapimento Cirillo. Inoltre mentre nella vicenda Moro la strategia brigatista puntava ad un riconoscimento politico e quindi era tetragona nel rifiutare uno scambio in danaro che pure fu avanzato da ambienti cattolici e della intelligence, nel 1990, con la campagna meridionale, puntava invece ad una insurrezione popolare per la quale occorrevano grandi risorse. E furono proprio le BR a tentare collegamenti con la camorra e con l’intera criminalità organizzata, collegamenti impediti dalle nostre forze dell’ordine e dai servizi di intelligence. Non si può lasciare passare, però, sotto silenzio quel dice Sales secondo il quale la liberazione di Cirillo ha prodotto altre morti mentre se lo si lasciava morire gli altri omicidi brigatisti non ci sarebbero stati. Dinanzi a questa farneticazione c’è solo da chiamare uno specialista perché non siamo più sul terreno della politica.Un’ ultima cosa. Se Sales vuol sapere qualcosa in più della presunta trattativa Stato-mafia ne parli con Occhetto e Violante che avranno da raccontare, se lo vorranno molte cose, o recuperi i miei libri ed i miei articoli mai contestati nel merito da chicchessia e forse capirà. Infine un consiglio. Prima di parlare della democrazia cristiana si tolga il cappello dinanzi ai suoi morti e a quelli dei servitori dello Stato, magistrati e poliziotti, ammazzati dai compagni che sbagliavano e studi per davvero per non continuare nell’antica opera di disinformazione tipica del suo vecchio partito. Spero che i tanti amici dorotei presenti nel PD napoletano facciano anche loro sentire la propria voce dinanzi a nefandezze di chi è stato sempre sconfitto dal cattolicesimo politico e dal suo partito di riferimento e che tenta oggi di scrivere pagine false su di una storia gloriosa.
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