intervista di Paola Sacchi pubblicata su “Il Dubbio” il 01.07.2016
Cirino Pomicino: «Il vero problema del premier è Padoan…»
«Siamo nel pieno di un’enorme speculazione internazionale e noi non siamo attrezzati. Soprattutto al ministero dell’economia dove Napolitano ha piazzato un tecnico non adeguato alla sfida»
«Matteo Renzi umiliato da Angela Merkel sulle banche? No, guardi il punto è un altro: è che quello (il premier e segretario Pd ndr) non capisce bene la materia. Se pensa che ha fatto approvare il bail-in (salvataggio a carico degli Stati nazionali ndr), mi viene da dire che ha usato la sua stessa corda per impiccarsi. Ma ancora peggio ha fatto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Voluto da Giorgio Napolitano? Sì, uno dei tanti errori ai quali Napoletano ci ha abituati. Il punto però è che siamo in balia della speculazione internazionale senza freno. Referendum costituzionale? Io voterò no».
Parla con Il Dubbio Paolo Cirino Pomicino, più volte ministro Dc della Prima Repubblica (l’ultima volta al Bilancio e alla Programmazione economica), detto “’o ministro”.
Allora ha ragione Bobo Craxi, figlio di Bettino, a dire a “Il Dubbio” che come nel 1992, quando ci fu un feroce attacco alla lira, anche ora siamo in balia della speculazione, per lui e per suo padre, lo statista socialista, rappresentata in primis da George Soros?
Come aveva annunciato pochi giorni prima del referendum inglese lo stesso Soros, così come altri grandi finanzieri americani, l’eventuale successo della fuoriuscita della Gran Bretagna avrebbe offerto alla speculazione finanziaria la possibilità di fare grandi quattrini. Quindi, nel caso specifico c’erano già rei confessi.
Allora (nel ’92) come ora?
Sì, ma con una differenza in più. All’epoca la difesa della lira e della sterlina non fu fatta dalle banche centrali perché la Germania decise di non poter tollerare o sostenere la lira e la sterlina in quanto impegnata con la riunificazione tedesca e con la parificazione del marco occidentale con quello orientale. In realtà quello fu il motivo per cui si ruppe il sistema monetario unitario che era contro l’assalto alle singole valute. E naturalmente la speculazione, nel caso specifico Soros, fece molti quattrini. Ma il punto non è Soros. Lui sfruttò quella debolezza per fare l’attacco.
E oggi che accade? Perché sostiene che sia peggio?
La debolezza è diventata strutturale. In questi 25 anni i mercati finanziari sono stati deregolamentati: non c’è più alcuna disciplina, alcuna capacità di governare i mercati finanziari. Per cui dinnanzi a una opportunità noi vediamo fenomeni di ribassismo dei titoli azionari senza alcun riferimento con i conti economici delle aziende o delle singole banche. Questo a testimonianza che si tratta di una debolezza data non da una crisi contingente come quella del ‘92, ma da una debolezza strutturale dei mercati finanziari che non sono più regolamentati.
Allora Soros, già definito da lei “reo confesso” e i suoi “fratelli” di speculazione a questo punto a tutto gas?
Ma non solo Soros, mi rifiuto di identificare il problema in una sola persona. La speculazione ha mille volti.
Prima nel mirino c’era l’Italia, ora però tutta l’Europa?
Tutte le Borse fanno operazioni di questo genere. Sa quale sarebbe la risposta?
Me lo dica lei.
La realtà è che i Paesi avrebbero potuto mettere in pista alcune munizioni per poter contrastare la naturale e prevista speculazione finanziaria. Innanzitutto, chiudendo per due giorni almeno le Borse.
A questo una massaia, per dire, sarebbe arrivata per prima.
Certo, e in secondo luogo andavano utilizzati strumenti compresa anche la Bce per comprare titoli deprezzati, sapendo che chi li compra oggi ha titoli bancari così deprezzati che certamente guadagnerà domani. Così si sarebbero tagliate le unghie alla speculazione.
Anche Mario Draghi ha qualche responsabilità?
Lui ha già fatto quello che ha potuto fare. Il punto è che se il Consiglio di capi di Stato e di governo d’Europa avesse messo in moto un meccanismo sia sul piano nazionale di ognuno dei membri Ue e su quello europeo volto a sollecitare la Bce a dividere il quantitative easing, per cui anziché dare soldi ai debiti sovrani ma ai titoli deprezzati, avrebbe mandato un messaggio così forte alla speculazione che la Bce avrebbe cambiato la direzione. Ma la stessa cosa avrebbero potuta farla le banche che avrebbero potuto nella misura della legge comprare anche azioni proprie. E invece assistiamo alla devastazione dei mercati da parte della speculazione finanziaria. Gordon Brown (ex premier labourista britannico ed ex Cancelliere dello Scacchiere ndr) parla su Il Corriere della sera della globalizzazione mettendola sul banco degli imputai e invece….
E invece chi ci dovrebbe stare?
Non la speculazione ma la finanziarizzazione.
Renzi è stato descritto come preso a “ceffoni” da Merkel sulle banche. Come vede il nostro premier?
Il punto non sono i ceffoni. È che lui non sa le cose, non conosce le cose, basta vedere cosa è successo per il bail-in, che impedisce agli Stati di intervenire per salvare le banche ma obbliga gli Stati a mettere le mani nelle tasche una volta che che le banche sono fallite, siamo di fronte a una disciplina schizofrenia.
Ma la Germania invece se la cavò. Perché?
Germania così come Inghilterra, Francia e Olanda hanno risolto il problema con un intervento pubblico nelle banche alcune delle quali sono state addirittura nazionalizzate prima della disciplina bail-in. I nostri governi e in particolare i tecnici non si sono resi conto che tenevano da un lato quattro banche in agonia e dall’altro arrivava la nuova disciplina europea. Perché chi ha deciso il bail-in? E’ stato il consiglio dei capi di Stato e di governo e quindi anche il nostro governo.
Si è impiccato da solo?
Eh sì e con la corda propria. Mentre gli altri erano già intervenuti prima.
Renzi è inadeguato a tener botta dopo Brexit?
Ma io vedo piuttosto inadeguato il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan che approvò il bail-in
Eppure lo volle soprattutto il presidente emerito Giorgio Napolitano.
Napolitano ci ha abituato ormai ai suoi grandi errori e Padoan è un suo grande errore.
Come voterà al referendum costituzionale?
La riforma con il combinato disposto dell’Italicum modifica nel profondo la nostra democrazia politica che diventa nel un unicum nell’Europa democratica. Renzi non si rende conto che il governo di un partito solo è finito sia in Gran Bretagna che in Spagna. Oggi le democrazie parlamentari prevedono la coalizione. Perché nessun partito da solo raggiunge il 50 o il il 45 per cento.
I Cinque stelle però ora difendono l’Italicum.
Se hanno senso della democrazia dovrebbero votate no come ha più riprese hanno detto, poi però se sono presi dalla convenienza del momento, ci troviamo di fronte a forze politiche che tutto fanno tranne che occuparsi dell’interesse generale del Paese e nel caso specifico della democrazia politica.
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