Pubblicato su Il Foglio il 12 agosto 2016
Si potrebbe dire meglio tardi che mai ascoltando le preoccupazioni del governo sulle mosse del finanziere francese Vincent Bollore primo azionista di Telecom Italia e azionista importante di Mediobanca.Le preoccupazioni governative sono innanzitutto per le generali l’ultima grande impresa insieme a Banca intesa a controllo italiana.Ma il controllo italiano sul leone di Trieste e’un po’traballante visto che il primo azionista e’mediobanca i cui due maggiori azionisti sono Bollore ed Unicredit a sua volta controllato da una maggioranza di fondi arabi e americani.Gli ignoranti e forse complici direbbero subito “e’il mercato bellezza mia” mentre in realtà per venti anni e’soffiato sul paese il vento del pensiero unico secondo il quale lo Stato si sarebbe dovuto ritirare quasi per intero dall’economia reale.Cosi non hanno fatto Francia e Germania e all’occorrenza anche Gran Bretagna ed Usa hanno nazionalizzato banche,assicurazioni e finanche transitoriamente una parte dell’auto.Ma come si sa l’Italia è un paese moderno e se lentamente stiamo diventando(o forse lo siamo già )un mercato di consumatori e di produttori per conto terzi ebbene questo è un prezzo della modernità che solo i conservatori francesi e tedeschi non capiscono continuando ad avere nel proprio sistema finanziario ed industriale una presenza pubblica.Per non parlare naturalmente dell’est del pianeta dove la Cina non solo è diventata una grande potenza mondiale finanziaria ed industriale ma attraverso i suoi fondi sovrani si stanno comprando pezzi importanti dell’Europa ed in particolare dell’Italia,calcio compreso.La modernità italiana e’anche questa:ciò che si impedisce allo stato italiano ed alle sue società pubbliche(vedi cassa depositi e prestiti o Poste) e’consentito ai fondi pubblici di ogni paese a cominciare naturalmente da quelli dell’Oriente.E’davvero modernità o banale ed avido modernismo che fa regredire il paese a ciò che diceva il principe di Metternich nel 1847 secondo cui l’Italia era politicamente solo un’espressione geografica.Solo per ricordare alcuni degli acquisti degli amati francesi:Edison,Parmalat,Cariparma,Banca nazionale del Lavoro,Telecom Italia,per non parlare della Danone e della Carrefour nel settore alimentare e della grande distribuzione.E pensare che lo Stato francese non fece acquistare a Giovanni Agnelli l’acqua Perrier alla fine degli anni ottanta se il ricordo non ci tradisce.La cosa più grave di questi anni e’stata la incapacità a vedere il futuro,una incapacità che continua nella nostra legislazione ed anche in quella europea,Un esempio per tutti.Come abbiamo visto in queste ultime settimane il sistema bancario e’sotto botta della speculazione ribassista e le banche sono state private di qualunque mezzo di difesa.Una volta con l’autorizzazione della banca d’Italia le banche potevano comprare azioni proprie anche oltre il limite del 5% per contrastare la speculazione ribassista.Bene nel 2011 la commissione europea fa una proposta di legge sul credito prudenziale che il Consiglio dei capi di Stato e di governo iniziano a discutere il 30novembre 2011(per noi Monti) e discutono sino al l’aprile del 2013(per noi Siniscalco ministro del tesoro) quando il parlamento europeo lo approva il 16 aprile ed il Consiglio(per noi Letta) lo approva definitivamente il 20 giugno del 2013 e pubblicato il 27 dello stesso mese con il numero 575/13.In questo decreto della commissione si fa obbligo alle banche di chiedere l’autorizzazione anche per comprare solo l’1% delle proprie azioni e comunque fino al 5% senza alcuna possibilità di deroga che precedentemente la banca d’Italia poteva invece dare dinanzi a tempeste borsistiche.Cosa ancora più grave è che se le banche comprano azioni proprie il capitale di vigilanza viene ridotto di pari importo per cui una banca sotto attacco speculativo potrebbe fare solo un importante aumento di capitale che solo i grandi fondi speculativi d’occidente ed i fondi sovrani orientali sono in condizioni di sopportarli con il risultato che comprerebbero definitivamente tutto il nostro sistema bancario a prezzi stracciati dopo la tempesta ribassista.Le banche,dunque,ed il paese si è scientemente disarmato nella stagione della globalizzazione e della finanziarizzazione.E’dunque ignoranza o incapacità a vedere gli effetti di norme di questo genere o,peggio ancora complicità di tanti autorevoli tecnici che guidano ininterrottamente la nostra economia da 22 anni? In coscienza non sappiamo dare una risposta anche perché non siamo all’altezza di urlare anche noi”Quousque tandem abutere,Catilina,patientia nostra”?
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