Nuovi centristi? No, disperati del Sì

articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 10 Agosto 2016

Alcuni ci indicano come catastrofisti quando nell’esame della riforma costituzionale,aggravata dal combinato disposto con  l’italicum, parliamo di trasformazione della nostra democrazia politica in senso autoritario. Sbagliano questi amici non vedenti. La cecità può essere congenita in chi non sa di politica ma può esserci anche una cecità alimentata da piccole convenienze o da aspettative per lo più fasulle. Quando si parla di riforma costituzionale la cecità di convenienza non può né deve esserci perché la posta in gioco è talmente alta da non poterla barattare né con la carriera politica, se così si può definire un posto di deputato o un incarico di sottosegretario, e meno che meno da altre indicibili convenienze. A quest’ultima categoria sembrano appartenere quel rassemblement di parlamentari definiti troppo facilmente dalla stampa “centristi” offendendo così la storia politica nazionale forse anche a loro insaputa. Un tempo lontano il centrismo era una politica perseguita da partiti che avevano una cultura europea ed una democrazia interna talmente alte da selezionare classi di governo che ricostruirono l’Italia repubblicana e l’Europa comunitaria. Oggi quel disperato annaspare di parlamentari in cerca d’autore guidati da Verdini, Zanetti (?!?!) ed Alfano, il ministro dell’interno che tutto il mondo ci invidia, è cosa profondamente diversa e tutt’al più il loro centrismo è un punto geometrico al servizio della maggioranza di turno per ottenere transitorie, piccole e mortificanti convenienze. In quel parterre di bassifondi della politica vi è di tutto a cominciare da persone per bene in antitesi antropologica con la politica per finire a socialisti e DC smarriti e smemorati oltre ad un piccolo simpatico gruppetto di massoni che rischiano di offendere la massoneria che è cosa maledettamente seria. Questo caravanserraglio di parlamentari privi di memoria e di futuro è disperatamente aggrappato al salvagente del SI nella illusione che il giorno dopo avranno il premio tanto desiderato, la riconferma in parlamento. La stragrande maggioranza di questi amici smarriti non hanno neanche letto la riforma costituzionale e se l’hanno letta non l’hanno capita visto il lessico tortuoso che la caratterizza. Ma che bisogno c’è di leggerla! Il capo chiede di organizzare gruppi di preghiera in favore del SI  e questi sventurati amici, da tempo disabituati a pensare e ad ubbidir tacendo e tacendo morire, si sono subito messi in moto. Quel che il capo però non sa è che quel caravanserraglio alle ultime amministrative ha raccolto poco meno del 2% come capita quando i deputati sono nominati e non eletti. Conticchiano nel palazzo ma sono inesistenti nel paese. Un ultimo sforzo però vogliamo farlo. Sfidiamo uno di loro, chiunque esso sia, ad un confronto pubblico perché la democrazia politica impone ogni sacrificio essendo come la salute, la si apprezza quando non c’è più. E se dai leader di turno non saremo ritenuti all’altezza non ci offenderemo e sarà nostra cura chiedere ad un nostro amico di pari caratura di sostituirci. Non vorremmo che ci negassero questo pubblico confronto in TV o dove vogliono loro perché nella storia dell’umanità chi fugge oltre ad ogni cosa è anche un pavido fellone.

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