Una riforma costituzionale deve essere valutata non isolatamente ma in una visione di assieme per comprendere se ed in quale misura modifica e trasforma la democrazia politica vigente. In questa ottica valgono le prime seguenti considerazioni:
1) gli italiani grazie al combinato disposto “riforma costituzionale e legge elettorale” potranno scegliere i consiglieri di quartiere e i consiglieri comunali e regionali ma non potranno mai più scegliere la maggioranza dei propri parlamentari tutti nominati dai segretari dei partiti (senatori tramite i consiglieri regionali e i deputati con i capilista bloccati);
2) nelle altre grandi democrazie i senatori non vengono nominati ma o eletti a suffragio universale (Spagna) o da una platea di 150mila elettori (Francia) fatta da sindaci, consiglieri comunali e dipartimentali. In due casi vengono nominati. In Gran Bretagna perché la Camera dei Lord è di nomina regia ed in Germania dai governi federali. L’Italia non ha né il Re né è uno Stato federale e facciamo nominare dai consiglieri regionali i senatori evitandone la elezione diretta insieme a quelli regionali.
3) il governo del paese verrebbe consegnato alla migliore minoranza con un premio di maggioranza senza precedenti in Europa (il 15%) e con l’aggiunta di un ballottaggio che trasforma di fatto la forma di governo come diremo nei punti successivi. Perché, allora, non istaurare un sistema presidenziale se si considera che la nostra democrazia parlamentare sia in affanno invece di fare questo immenso pasticcio all’italiana?
4) è scomparso il bicameralismo paritario. Falso! Il Senato conserva una serie di competenze legislative comuni con la Camera ed in particolare la ratifica dei trattati internazionali relativi all’appartenenza dell’Italia alla Unione europea (art.19). Ma non è finita. Infatti anche ogni legge ordinaria dovrà essere trasmessa al Senato (art. 10 comma 3) che ha dieci giorni di tempo per esaminarla su richiesta di un terzo dei senatori e trenta giorni di tempo per suggerire modifiche alla camera che naturalmente può respingerle. Ma se si è abolito il bicameralismo perfetto perché ricostruirne uno imperfetto? Siamo passati forse da un bicameralismo paritario ad uno che suggerisce e che sussurra? Tutto ciò poi alla faccia della presunta velocizzazione tanto enfatizzata dai sostenitori del si.
5) nelle materie in cui il Senato ha potestà legislativa piena insieme alla Camera dei deputati quando emergerà un disaccordo tra le due camere cosa accadrà visto che in questi casi il governo non può porre al senato la questione di fiducia?
6) la riforma costituzionale cambia surrettiziamente la forma di governo visto che nel ballottaggio è restato fermo l’obbligo di indicare il presidente del consiglio che in tale maniera avrebbe, nel ballottaggio, l’investitura diretta del popolo senza avere però i poteri presidenziali e meno che meno i contrappesi democratici; insomma non saremo più una democrazia parlamentare ma neanche una presidenziale.
7) se è così, ed è così, il voto del parlamento nel tempo non potrebbe sfiduciare il presidente del consiglio eletto surrettiziamente direttamente dal popolo nel ballottaggio;
8) in tal caso la fiducia del parlamento resta solo una formalità e si modifica nel profondo la responsabilità del presidente della repubblica nello scegliere il presidente del consiglio.
9) all’articolo 13 si afferma che “le leggi che disciplinano l’elezione dei deputati e del senato (leggi legge elettorale) possono essere sottoposte prima della promulgazione su richiesta di un quinto dei deputati e di un terzo dei senatori al giudizio della corte costituzionale!!!” Follia! Il parlamento ha una commissione “affari costituzionali” ma innanzitutto il presidente della repubblica è tenuto a verificare la legittimità costituzionale di ogni legge prima della sua promulgazione. Con questa norma viene annullata la sua funzione fondamentale.
Per il momento basta per capire che cosa non hanno combinato questi dilettanti allo sbaraglio senza che suoni offesa per i dilettanti di ogni genere e perché noi riteniamo che se dovesse vincere il si avremmo un sistema politico autoritario in cui il segretario politico della migliore minoranza avrà la maggioranza assoluta nelle due Camere grazie al premio del 15% e del ballottaggio, si nomina i deputati da solo e svilisce la funzione del presidente della repubblica che resta davvero solo “un pennacchio”. Continueremo a segnalare altre contraddizioni e confusioni nelle prossime settimane.
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