L’ombra lunga del Qatar e altre domande impenitenti al governo su MPS

articolo pubblicato su Il Foglio Quotidiano il 5 Ottobre 2016

Tra i tanti problemi che affannano l’Italia i più gravosi del momento son quelli dell’intero sistema bancario ed in particolare del Monte dei Paschi di Siena che se dovesse saltare trascinerebbe con sè parte rilevante del sistema finanziario italiano. C’è insomma un rischio sistemico. Come i lettori sanno il primo azionista del Monte dei Paschi di Siena è il Tesoro italiano con il 4% e la banca capitalizza in borsa, ad oggi, solo alcune centinaia di milioni di euro, quasi 1/7 del proprio patrimonio netto. In più il titolo rischia di essere afflitto da illiquidità sia perchè pochi vendono a questi prezzi stracciati sia perchè pochi comprano “al buio” perchè poco o nulla si sa sulle strategie che il governo vorrà mettere in atto nelle prossime settimane. Quel che è certo, comunque, è che ora non si può perdere tempo. Qualche domanda allora va fatta, visto anche l’immobilismo del parlamento, per conoscere; a) quali sono i ritardi di JP Morgan sul progetto illustrato ai vertici istituzionali e a quelli della banca, le loro cause ed il loro costo vista la stranezza di una ” esclusiva di fatto” data alla banca d’affari americana rappresentata in Italia dall’ex ministro del Tesoro Vittorio Grilli (ma quando la politica smetterà di chiamare i tecnici  al governo dell’economia?); b) il progetto JP Morgan, in parte ancora nebuloso, è stato messo in concorrenza con altri piani di intervento di cui si ha notizia dalle cronache degli ultimi mesi a cominciare da quello di Passera?  Se non lo è stato, risparmiatori ed opinione pubblica potrebbero conoscere i motivi visto, tra l’altro, che la vulgata corrente, quando si tratta del Monte dei Paschi di Siena, parla sempre dell’ombra lunga della massoneria (personalmente crediamo che quest’ultima non esiste visto che nessuno dichiara di appartenerci e che servizi segreti, carabinieri, guardia di finanza e grande informazione non danno segnali di questa esistenza); c) quali sono i motivi per cui il Tesoro non dovrebbe partecipare all’aumento di capitale visto che c’è nel caso del Monte un rischio sistemico e considerato che la commissione europea qualche settimana fa ha dato il via al Tesoro portoghese per un aumento di capitale per la Cassa Depositi del Portogallo? d) se risulta vera la notizia secondo cui alcuni investitori legati al Qatar sarebbero disponibili a mettere nel banco senese  un miliardo di euro. Ricordiamo a noi stessi che il Qatar è ritenuto da tutte le cancellerie internazionali uno Stato che finanzierebbe frange terroristiche dell’Isis. Naturalmente questo non impedì a Mario Monti una Joint- venture tra il fondo strategico italiano (Cassa Depositi e Prestiti) e la Qatar Holding con un capitale di 300 milioni. Il Qatar ha già acquistato asset importanti nel settore immobiliare, turistico e nella moda ma altra cosa sarebbe un investimento importante nel settore del credito visto che tutti i servizi del mondo occidentale e parte di quelli orientali proprio sul terreno finanziario danno la caccia ai finanziatori dell’Isis. Non vorremmo, insomma, ospitarli noi per superficialità o per necessità in una delle maggiori banche italiane. Può darsi che ciò che riportiamo sia solo una bufala ma possiamo chiedere al governo e al comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti lumi su queste notizie o anche questo importante comitato è scomparso? Ne va, naturalmente, della sicurezza nazionale per difendere la quale gli italiani, giustamente, pagano un prezzo importante sul terreno delle libertà e della privacy. Infine un’ultima domanda. Qual è il motivo per cui il ministro del Tesoro continua a non insorgere per i tempi strettissimi che la direzione generale europea sulla concorrenza ha dato all’Italia per vendere le 4 banche (Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche) visto che la direttiva BRRD (quella del bail-in insomma) da un tempo di 2 anni, termine rinnovabile di anno in anno? Anche i bambini sanno che se si deve vendere in tempi strettissimi (10 mesi) il prezzo lo fanno i compratori e sarebbe tempo che nella politica italiana tornasse un po’ di serietà e di concretezza.

 paolocirinopomicino@gmail.com

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