Tutti sparano contro Bankitalia. Ma il nostro sistema ha tenuto

Da qualche tempo lo sbrindellato sistema politico italiano ha preso di mira il sistema bancario, Bankitalia compresa, ritenuto la fonte di ogni problema economico e a seguire di ogni disagio sociale. Come in ogni settore anche nel sistema finanziario vi sono opacità ed episodi di mala gestione ma nel suo complesso il sistema ha tenuto e, contrariamente a quanto è avvenuto e avviene anche in questi mesi in Europa, non ha richiesto notevoli risorse pubbliche. Gli unici soldi non recuperabili sono i 5,5 mld di euro utilizzati per salvare le banche venete mentre l’utilizzo di circa 15 mld di euro impegnati per una ricapitalizzazione parziale del Monte paschi di Siena e per il fondo atlante 2 potranno rientrare in parte o in toto allo Stato quando sarà venduto ciò che è stato acquistato con quelle risorse. Altri paesi europei hanno impegnato decine e decine di miliardi di euro per nazionalizzare o ricapitalizzare in parte molte banche nazionali ed oggi la Germania era pronta a prendere il 15% della nuova banca che sarebbe dovuta nascere dalla fusione tra Deutshe Bank e Commerzbank, fusione che sembra definitivamente saltata, mentre si appresta a ricapitalizzare anche delle banche di alcuni lander alla faccia della direttiva europea del bail-in. Peraltro l’acquiescenza della politica italiana sia a livello europeo che a livello nazionale al varo del bail-in contrasta con la battaglia che ha fatto Bankitalia contro questa follia che trasferisce i poteri ultimi dallo Stato al mercato. L’attuale direttore generale di Bankitalia, Fabio Panetta, infatti si opponeva sia alla Nouvy in sede di vigilanza europea così come faceva Visco nel consiglio della BCE mentre il nostro governo girava la testa dall’altra parte e i ministri del tesoro tecnici tenevano bordone in silenzio alle direttive della Bce. Nelle scorse settimane il capo della vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo ha detto chiaro e tondo che il bail-in mette a rischio la stabilità del sistema bancario e già in sede europea su spinta della CONSOB e dell’EBA si sta ragionando su profonde modifiche alla direttiva in questione. Ma c’è di più. Qualche anno fa sul caso Banca Etruria e le altre tre banche i vertici di bankitalia sostenevano la legittimità dell’intervento del fondo interbancario alimentato da risorse private contestando l’interpretazione della commissione europea che a causa dell’obbligo di legge che avevano le banche a versare pro quota le rispettive risorse, le riteneva pubbliche. Un governo della prima repubblica avrebbe seguito la sua banca centrale lasciando poi alla corte di giustizia europea dirimere il quesito. In quella occasione invece il governo si adeguò alla commissione europea e oggi a distanza di qualche anno la corte di giustizia ha dato ragione alla nostra banca centrale. All’epoca noi sostenevamo che l’on. Boschi non doveva essere attaccata per aver tentato di salvare Banca Etruria ma al contrario per essersi sottratta al dovere di salvarla facendo propria la posizione della banca d’Italia. Se ricordiamo queste cose alla vigilia della commissione di inchiesta sulle banche è per sottolineare la incompetenza crassa dell’attuale parlamento a ragionare sul sistema bancario preda come è di pregiudizi, di facili slogan e di drammatica superficialità. E se pensiamo poi al possibile candidato alla presidenza, lo diciamo con franchezza e senza offesa per nessuno, noi preferiremmo che il senatore Gianluigi Paragone tornasse alle sue trasmissioni televisive ed alla sua chitarra onde evitare strafalcioni e danni reputazionali.   
paolocirinopomicino@gmail.com

articolo pubblicato su Il Tempo l’8 maggio 2019

1 Comment on "Tutti sparano contro Bankitalia. Ma il nostro sistema ha tenuto"

  1. Ma siamo così sciucuri che restituendo il senatore pentastellato alle sue trasmissioni televisive e alla sua chitarra questi non faccia latrettanto danno alla tv e alla musica???

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