Renzi il neo dc- La vocazione democristiana del sindaco di Firenze non sta solo nel suo curriculum. Vedrete

Pubblicato su ” Il Foglio” il 24 ottobre 2012

Ha ragione Matteo Renzi quando dice che con lui candidato premier il partito democratico prenderebbe il 40 % dei voti. Il sindaco  di Firenze avverte, infatti, che lentamente sta costruendo una sorta di democrazia cristiana del terzo millennio. La radice, come è noto, è quella, il pensiero democratico-cristiano con il suo personalismo cristiano, con la difesa dell’economia di mercato senza sposare il capitalismo finanziario selvaggio, senza la criminalizzazione del pubblico nel mercato e con una più precisa regolamentazione dei mercati borsistici. La sua giovinezza e il suo staff un po’ “berlusconizzato” gli hanno anche fatto fare qualche errore d’ingenuità (perché la riunione con gli uomini della finanza è stata l’unica a porte chiuse?) e gli fanno usare spesso un linguaggio da un lato troppo generico e dall’altro un po’ da “convention” di Publitalia, ma la radice pragmatica e il buon senso nell’approccio alle questioni sono elementi tipici della cultura di governo democristiana. Il suo progetto, eliminati i fronzoli e le polemiche delle primarie, è dunque quello di un partito moderato che guarda a sinistra guidato da un giovane democristiano. Molti diranno che gli mancano i fondamentali del pensiero democristiano sul terreno istituzionale, economico e sociale, ma in una stagione nella quale tutti i partiti hanno smarrito le proprie radici culturali Renzi, da buon artigiano, sta costruendo un progetto che ha molte assonanze con la tradizione democratica-cristiana. D’altro canto la cultura politica non si inventa nello spazio di un mattino né si cancella con un colpo di spugna. Matteo Renzi è stato esponente del movimento giovanile democratico-cristiano in un’età dove è più facile pendere verso un estremismo di destra o di sinistra. Quando Martinazzoli trasformò il nome della DC con quello di partito popolare, Renzi fu il segretario politico provinciale di quel partito in una città come Firenze con una lunga tradizione di sinistra e ampiamente pervasa dall’antica massoneria. La nostra diagnosi di un Renzi democristiano trova il suo sigillo finale nelle parole di Massimo d’Alema. Se vince Renzi, ha detto il leader maximo, finisce il centro-sinistra. E dal suo punto di vista Massimo d’Alema ha perfettamente ragione. L’abbraccio di Renzi, infatti, sarà la fine per quel partito che fu comunista, che doveva diventare socialista europeo e che ha finito il suo percorso ventennale per chiamarsi genericamente democratico in una Europa in cui i partiti socialisti e laburisti hanno vinto e governato in moltissimi paesi e ancora oggi guidano grandi democrazie come quella francese.

Una bomba sui vecchi-nuovi partiti

Peraltro gli eredi del PCI hanno trascorso vent’anni a sostenere un democristiano come Romano Prodi ed oggi si sentono insidiati da un altro democristiano che con la sua giovinezza e con la sua impudenza, che non sempre è coraggio, sta cementando un elettorato variegato fatto di giovani e di anziani, di imprenditori e di lavoratori, di finanzieri e di agricoltori, di uomini e donne, cioè di un elettorato di massa molto ma molto simile a quello tradizionalmente democristiano. Renzi è aiutato in questa sua cavalcata da un lato da un immobilismo culturale degli ex eredi del PCI che sembra stiano ancora cercando una terza via che naturalmente non c’è e da Pierferdinando Casini che, pur conservando nel suo logo lo scudo crociato, sta tentando di cambiar nome al partito e rivolge un invito a tutti tranne che ai tanti democristiani sparsi a destra e a sinistra. Piaccia o no, per le ragioni descritte Renzi può essere un detonatore per l’intero sistema politico come abbiamo già detto e qualunque sia il risultato delle primarie il giorno dopo per il partito democratico niente sarà più come prima e all’orizzonte comparirà un’inevitabile scissione di quell’organismo geneticamente mutato chiamato partito democratico. Vedremo poi nei prossimi giorni cosa sta mai accadendo nel partito della libertà.

 

 

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