Brigantaggio. Grillo ci sta imponendo la sua visione totalitaria, bisogna isolarlo nel silenzio assoluto

Pubblicato su “Il Foglio” 10-11-2012

Sarebbe proprio il caso di riscoprire il vecchio proverbio tanto caro a Sandro Pertini e cioè “a brigante, brigante e mezzo”. È il caso di Beppe Grillo e del suo rapporto con l’informazione televisiva e della carta stampata. Il comico genovese, che da tempo non fa più il comico, ha reso, come da sempre andiamo dicendo, un servizio alla democrazia italiana perché ha chiamato a sé, come il vecchio pifferaio, quella protesta nata da un disagio crescente verso l’insulsaggine della politica tradizionale e la sta ”istituzionalizzando”. Senza Grillo quell’area della protesta sarebbe stata terreno fertile per ogni tipo di violenza e preda facile dei tanti black-block o dei tanti cattivi maestri ancora in giro. Detto questo, però, è giunto anche il tempo di dire con chiarezza che Grillo sta attentando in maniera insidiosa e devastante all’assetto democratico del paese. E ci spieghiamo. Grillo da quel grande comunicatore che è e forse con il suggerimento del tenebroso Casaleggio, ha capito che in un mondo che brucia ogni giorno migliaia di notizie lasciandole vivere per un solo attimo, l’unico modo per garantire lunga vita alla notizia del suo movimento è quello di non andare in televisione per spiegare le proprie ragioni e le sue proposte e di non concedere, altresì, alcuna intervista. Insomma l’assenza che diventa presenza quotidiana nei mass media che lo rincorrono ogni giorno nelle sue scorribande da vecchio comico che usa un linguaggio volgare e pretenzioso per scardinare il sistema democratico che questo paese si è dato. Ma veramente c’è qualcuno che possa credere alla cosiddetta “democrazia liquida” o alla democrazia diretta che nasce, vive e cambia ogni momento di ogni giorno nella piazza virtuale della rete internet? Via, cerchiamo di essere seri. La rete è uno strumento di conoscenza e di relazione formidabile ma come ogni strumento può essere messo al servizio del Bene o del Male, per dirla in maniera biblica, come fu, per esempio, per l’energia atomica. Come se non bastasse, queste proposizioni infantili e fortemente emotive in una stagione difficile come quella che viviamo vengono contraddette in radice dal comportamento dello stesso Grillo che impone, senza discutere, la propria volontà a tutti e chi non è d’accordo “peste lo colga”. A cominciare dal silenzio televisivo e giornalistico imposto a tutti i suoi militanti per finire alle dimissioni firmate in bianco dagli eletti nelle istituzioni del movimento 5 stelle. Insomma dalla democrazia liquida ad una dittatura solida, da una democrazia diretta al cesarismo più bieco e spietato. Quel movimento che doveva strappare alla violenza quell’area di protesta popolare è diventato esso stesso violenza continuata su tutti i suoi aderenti molti dei quali invasati da una obbedienza cieca. Per capire la gravità di quanto sta accadendo basterebbe vedere gli insulti di massa che la piazza virtuale grillina ha rivolto verso la consigliera comunale di Bologna Federica Salsi, rea di aver partecipato ad una trasmissione televisiva, per capire quale mostro politico Grillo sta covando. La storia ci insegna che la protesta verso tutto e verso tutti anticipa la mutazione genetica verso forme dittatoriali. E qui ci sovviene l’adagio di Pertini “A brigante, brigante e mezzo”. La grande stampa e le televisioni dovrebbero smettere di parlare di chi non accetta né confronti né interviste e costringe tutti gli aderenti al proprio movimento politico a fare altrettanto. Da tempo sappiamo che ogni partito, ogni movimento si organizza  sul modello che vorrebbe imporre al paese e visto il modello grillino se si vuole difendere la democrazia nel paese c’è bisogno, questa volta, di farlo con il silenzio stampa e televisivo, un silenzio assoluto. La tutela delle libertà democratiche è l’obbligo costituzionale primario per tutti per evitare al paese tragedie già viste anche se questa volta si presenterebbero con il volto farsesco e sorridente del nostro mr Bean nazionale.

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