Intervista di Marigia Mangano a Paolo Cirino Pomicino pubblicata su ” Il sole 24 ore” il 25 maggio 2013
«L’operazione Prelios, così come è stata costruita, evidenzia pesanti criticità». Paolo Cirino Pomicino, ex Dc, parla in veste di azionista di Pirelli. E mette in chiaro: la ristrutturazione di Prelios danneggia quel 65% del capitale Pirelli rappresentato dal mercato.
Si dice che ha fatto recapitare una lettera a Marco Tronchetti Provera e alla Consob.
Sì, ho scritto ben due lettere a Marco Tronchetti Provera su questo riassetto che presenta anomalie originali. Premetto che il salvataggio di Prelios, a mio avviso, un atto dovuto. Ma non si capiscono diversi passaggi dell’operazione annunciata
Un esempio?
Le banche creditrici trasformano parzialmente il loro debito in capitale di rischio, mentre una società industriale, Pirelli appunto, solo perché ha la sfortuna di essere creditore è chiamato a trasformare l’intero credito di 170 milioni in capitale di rischio quando poteva limitarsi a ristrutturarlo solo in termini di scadenze e tassi. Il gruppo della Bicocca diventa il primo azionista di una società immobiliare in serie difficoltà. Ma i soci di Prelios? Come mai non sono stati chiamati a giocare quel ruolo che compete loro in questo riassetto e cioè fare un aumento di capitale? Il problema è che il primo azionista di Prelios è Camfin che a sua volta è primo azionista di Pirelli. Ed è qui che nasce il conflitto di interessi.
Il gruppo Pirelli ha però spiegato che la partecipazione alla ristrutturazione di Prelios era condizione necessaria per far partire il riassetto.
Ho letto il comunicato di Pirelli ed è, nella sostanza, una ammissione di tutte le anomalie che avevo evidenziato nella prima missiva.
A cosa si riferisce?
La due diligence sul patrimonio di Prelios per esempio che loro asseriscono che sia stata fatta a campione. Ma come è possibile fare delle valutazioni a campione sul un patrimonio di 10 miliardi custodito in veicoli di cui non si conosce il numero ne i rispettivi equilibri finanziari? E ancora: Pirelli dice che era necessario il suo via libera per mettere in salvo Prelios. Stento a crederci: le banche se dovevano obbligare qualcuno dovevano obbligare gli azionisti di Camfin a fare la loro parte, non il creditore. Diversamente emergerebbe un nuovo principio e cioè che i creditori devono diventare azionisti delle società debitrici. Senza contare le condizioni del convertendo e il fatto oggettivo che tutta questa operazione pesa sulle spalle dei piccoli soci di Pirelli. Insomma il punto è che questa operazione mi sembra che sia stata fatta per difendere e tutelare l’azionista di riferimento di Prelios, Camfin appunto, che coincide con l’azionista di controllo di Pirelli. L’obiettivo vero invece deve essere quello di ristrutturare Prelios senza contagiare il gruppo Pirelli, un player mondiale e un esponente di spicco della realtà industriale del made in Italy.
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