articolo pubblicato l’8 gennaio 2015 su Il Foglio Quotidiano
Beata ingenua gioventù, dannato sospetto. Ecco il dilemma shakespeariano del terzo millennio. La famosa norma che depenalizza la mancata dichiarazione di una imposta pari al 3% dell’imponibile è figlia di questa ventata di giovinezza “gagliarda e tosta” ma priva di qualunque esperienza o, al contrario, è figlia di accordi segreti alla portata sia della giovinezza che della vecchiaia? Confessiamo che alla prime notizie di stampa abbiamo inondato la rete con molti tweet dichiarando il nostro sconcerto per il fatto che una norma fiscale possa essere buona o cattiva a seconda degli effetti che produce sulla persona di Silvio Berlusconi. Se la norma fosse stata giusta e coerente con il resto dell’impianto del decreto legislativo sarebbe stato giusto che anche il cittadino Berlusconi ne avesse beneficiato. Anticamente, infatti, gli avversari si battevano con la politica non con altri mezzi e se ciò che viviamo è modernità noi saremo sempre dalla parte delle buone cose antiche. Ma torniamo alla norma fiscale in discussione battezzata dalla stampa “norma salva Silvio”. Dopo 24 ore dallo sconcerto abbiamo letto, sempre dalla stampa, la lettera della norma e ci sono cadute le braccia. Che senso di equità e saggezza ha una norma di depenalizzazione fiscale con il solo tetto di una percentuale dell’imponibile dichiarato? Per spiegarci meglio e a prescindere da Berlusconi, con il 3% di un reddito imponibile di 100 mila euro verrebbe depenalizzata l’evasione di 3 mila euro e su di un reddito imponibile di 500 mila euro una di 15 mila euro. Se, invece, fossimo davanti ad un imponibile dichiarato di 100 milioni la non punibilità scatterebbe per una cifra evasa sino a 3 milioni (il 3% per l’appunto). Per non parlare di redditi imponibili ancora più alti che vedrebbero depenalizzati cifre da capogiro. Dopo questa lettura, e sempre in buona fede, non abbiamo più inondato la rete di tweet e ci siamo detti dall’alto (ahinoi!) della nostra età “son proprio ragazzi” ed ai ragazzi gli errori vanno perdonati. Mentre facevamo questo ragionamento buonista è arrivata la dichiarazione di Matteo Renzi, un premier a noi molto caro per le sue radici come più volte abbiamo detto, e ci siamo impauriti per due cose, entrambe terrificanti. La prima. Che significa rinviare l’emanazione del decreto fiscale a dopo la elezione del presidente della repubblica e dopo che Berlusconi abbia finito di scontare la pena? Significa, cioè, che valutiamo la praticabilità di una norma sugli effetti che produce su Berlusconi o addirittura sui tempi dei rapporti tra Berlusconi e la giustizia o vogliamo mantenere sulla testa di Berlusconi una spada di Damocle per fargli fare ciò che vogliamo? Se fosse così saremmo scivolati in un regime sudamericano che verrebbe addirittura consolidato con l’approvazione “dell’italicum” che dà ad un solo partito guidato da un solo uomo (e tutti i partiti da vent’anni sono guidati da un solo uomo) il potere assoluto pur non avendo il voto della maggioranza degli italiani. La seconda paura è la correzione proposta dal nostro giovane ed amato premier e cioè quella che per evitare gli effetti su Berlusconi l’evasione depenalizzata passa dal 3% all’1.5%. in parole povere persone fisiche o società con redditi imponibili di 500 milioni avrebbero una depenalizzazione dell’evasione di una imposta pari a 7.5 milioni che verrebbe raddoppiata nel caso di imponibile dichiarato di un miliardo. Su quest’aspetto la domanda resta quella iniziale, e cioè siamo di fronte ad una drammatica sciatteria legislativa dettata dall’inesperienza o siamo dinanzi ad un accordo del governo con l’elite più ricca del paese? Ci fermiamo qui non sapendo rispondere a questa domanda perchè qualunque fosse la risposta sarebbe drammatica in un paese con milioni di poveri e di altri milioni che marciano a passo veloce verso il baratro dell’indigenza. Sappiamo però che anticamente si sarebbero posti tetti assoluti ad una imposta evasa per ritenerla depenalizzata spalmati su di una griglia di imponibili dichiarati. Ad esempio sino a 100 mila il 7% (7 mila euro), fino a 500 mila il 3% (15 mila euro), sino a 1 milione l’1.5% (15 mila euro) e così via. Ma queste son cose antiche, oggi ci sono la modernità e la giovinezza che grazie a Dio, corrono e passano via. Lasciando macerie naturalmente.
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