Al Direttore – Il Foglio 18-10-2018

 Lettera al Direttore pubblicata il 18-10-2018 su ” Il Foglio”

Al Direttore-

Bisognerebbe tentare di aiutare quelli che governano e che ignorano i fondamentali della politica e dell’ economia per evitare che l’Italia scivoli lungo una china di decadenza inarrestabile. La prima regola da rispettare è la coerenza tra gli obiettivi politici e le norme che si vogliono introdurre. Il tema di fondo per tutti i paesi del mondo è quello di consolidare la crescita economica al punto tale da poter sostenere l’eventuale debito pubblico. Un obiettivo comune a tutti, dunque, che è diventato per l’attuale governo un vessillo da sbandierare  per sostenere norme di spesa pubblica corrente spesso strampalate e difficilmente quantificabili. Se la crescita dunque è il grande obiettivo da raggiungere penalizzare gli strumenti necessari perché questa possa avvenire diventa una tendenza schizofrenica. Uno degli strumenti fondamentali per la crescita è un sistema finanziario forte, efficiente e patrimonialmente solido capace di essere una infrastruttura al servizio della produzione e delle famiglie. Ci sembra una tale ovvietà da non doverla sottolineare più di tanto ma questo governo si muove in direzione opposta.  Per fare quadrare i conti che non tornano palazzo Chigi si è scelto di intervenire anche sulle banche con un aumento della tassazione che porterà nelle casse dello Stato circa 3,3 miliardi di euro. Al di là che questa misura, come si fa a pensare di penalizzare un sistema bancario che è già appesantito dall’aumento dello spread che fa salire  il costo del denaro sul mercato e a seguire i tassi di interessi sui mutui e sui finanziamenti a famiglie e ad imprese mentre vede svalutare il proprio patrimonio in titoli di Stato? Quel che è più grave ancora è il fatto che con questa logica non si “puniscono” le banche che in una narrazione da horror sarebbero la fonte di tutti i mali ma si punisce l’intero sistema produttivo, famiglie comprese, perché si riduce la quantità del credito disponibile per il Paese. E inoltre quando nelle aste del tesoro ci fosse, come accade spesso, un inoptato, chi dovrebbe sottoscrivere i nostri titoli del debito pubblico una volta che le banche fossero sfinite da nuove tasse e da svalutazioni patrimoniali? Ed è mai possibile che si possa puntare ad una forte crescita mentre si vuole mettere sotto scopa l’intero sistema bancario con quel disegno di legge della maggioranza di governo che vuole istituire una commissione parlamentare di inchiesta permanente sulle banche? Non scherziamo col fuoco, allora, perché a distruggere si fa molto presto se si pratica a tutti i livelli l’ incoerenza tra strumenti ed obiettivi mentre, invece, mai come in questo momento l’Italia avrebbe bisogno di costruttori di pace e di speranze con competenza e lucidità e non di bullismo intimidatorio greve e miope.

paolocirinopomicino@gmail.com

1 Comment on "Al Direttore – Il Foglio 18-10-2018"

  1. …a volte tendi una mano e ricevi uno schiaffo! Purtroppo non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e questi che ignorano i fondamentali della politica e dell’economia ci stanno facendo scivolare sul fondo de baratro.

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